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giovedì 28 Marzo 2024,

Genova, anche l’Abm all’inaugurazione del Museo nazionale dell’emigrazione italiana

Oscar De Bona (nella foto) presidente dell’Associazione Bellunesi nel Mondo: «Abbiamo consegnato al ministro Franceschini un documento per un nuovo progetto dedicato alla valorizzazione dell’emigrazione del Nord Est».

Ieri, mercoledì 11 maggio, è stato inaugurato a Genova il Museo nazionale dell’emigrazione italiana (Mei) che non guarda solo all’Italia, ma al mondo intero. Il Mei è il frutto di mesi di lavoro dedicati a un progetto partecipato che ha coinvolto tantissime realtà sia italiane che del resto del mondo, attraverso una forte sinergia con numerose associazioni di italiani diffuse in tutti e cinque i continenti.

Tra le realtà coinvolte anche l’Associazione Bellunesi nel Mondo che ha voluto essere presente all’inaugurazione con il presidente Oscar De Bona e il direttore Marco Crepaz. «Abbiamo subito risposto all’invito del direttore del Mei Pierangelo Campodonico – le parole del presidente De Bona – in primis firmando la convezione di collaborazione tra l’Abm e il Mei che copre una lacuna del nostro Paese. Con la chiusura del Vittoriano di Roma i nostri italiani erano rimasti “orfani” di un museo dedicato proprio all’emigrazione italiana».

«Certo sono attivi diversi Musei dedicati alle migrazioni. Tra questi anche il nostro, il MiM Belluno, che da nove anni continua a darci grandi soddisfazioni, soprattutto per la sua flessibilità e dinamicità nel proporre il fenomeno migratorio ai visitatori che ogni anno lo frequentano. Con l’occasione abbiamo consegnato al ministro Franceschini, tramite il suo stretto collaboratore Paolo Masini, un documento per un nuovo progetto dedicato alla valorizzazione dell’emigrazione del Nord Est».

La scelta di Genova tra le varie città e regioni che si sono candidate a ospitare questo importante museo è stata dettata dal ruolo che questa città e il suo porto hanno avuto nella storia dell’emigrazione italiana. Non solo. Anche la scelta della location, l’iconica Commenda di San Giovanni di Prè, edificio del XII secolo, è pregna di significato: essa è stata per secoli luogo di accoglienza e punto di passaggio di un’umanità in transito, dai pellegrini alle crociate, fino agli emigranti dell’Ottocento.

Il Mei si propone come contenitore delle esperienze che hanno caratterizzato e che ancora caratterizzano la complessa realtà migratoria nazionale, tenendo conto del fatto che le migrazioni sono una costante nella storia dell’uomo e che sono un tratto distintivo anche del nostro Paese.
«L’Associazione Bellunesi nel Mondo ha dato il suo primo contributo – conclude De Bona – per riempire il contenitore del Mei attraverso una documentazione mirata alla tragedia di Mattmark, che si trova nella sezione “Memoriale”. Di certo l’Abm continuerà a collaborare con il Mei e mi auguro che la storia dell’emigrazione venga inserita nei programmi scolastici delle scuole italiane. Questa inaugurazione deve essere solo l’inizio di un nuovo percorso che veda il tema migratorio protagonista».

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