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venerdì 26 Aprile 2024,

Tante espressioni di cordoglio per la morte di Leonardo Del Vecchio

Da Essilor-Luxottica al ministro D’Incà, dal presidente della Regione a quello della provincia, dagli assessori regionali all’on. Bond, al presidente dell’Abm.

Si susseguono numerose le espressioni di cordoglio per la morte di Leonardo Del Vecchio, a cominciare dalla nota diffusa da EssilorLuxottica che ha annunciato «con profondo dolore la scomparsa del presidente Leonardo Del Vecchio», specificando poi che «la società esprime le più sentite condoglianze alla famiglia e a tutta la comunità di dipendenti nel mondo per questa enorme perdita» e che «il Consiglio si riunirà per determinare i prossimi passi».

IL MINISTRO D’INCÀ – Il ministro Federico D’Incà ha parlato di giorno triste e di addio a un visionario e a una persona sensibile. Ecco le sue parole: «Leonardo Del Vecchio è stato un uomo visionario, un innovatore, una persona indomabile e sensibile che ha portato passione e umanità nel proprio lavoro. Ha saputo costruire un sogno ed essere un esempio, sconfiggendo un destino difficile nei primi anni di vita. Ha costruito, partendo dal nulla, Luxottica, la più grande multinazionale italiana. Ha anche creduto in altri settori, dal finanziario all’immobiliare, sempre con la determinazione di chi costruisce e mai di chi specula. Inoltre, ha saputo introdurre sistemi di welfare e protezione che sono di esempio in tutto il mondo. Ha fatto di una multinazionale una grande famiglia partendo da un piccolo paese, Agordo, nelle più belle montagne del mondo, le Dolomiti. E lo ha fatto mantenendo con orgoglio quella sede perché era la sua casa, diventata solo più grande.
Del Vecchio lascia in modo forse incolmabile il suo ruolo nell’imprenditoria italiana e mancherà a tutto il nostro Paese. La sua scomparsa mi riempie di tristezza: lo ricordo nei nostri incontri, dove potevo solo ascoltare in silenzio per comprendere e capire in profondità un uomo lucidissimo in grado di vedere oltre l’orizzonte che limitava la mia vista. Ricordo anche uno degli ultimi incontri a Milano, quando gli presentai il progetto sulla possibilità di rilevare lo stabilimento Ideal Standard di Trichiana: un’idea che il cavaliere Del Vecchio sposò con interesse e che si è tramutata in realtà. È stato, forse, uno dei suoi ultimi lasciti ad una comunità, quella bellunese, che lo ama e lo amerà per sempre come un padre.
Quella di oggi è, per me, una giornata che non avrei mai voluto vivere, un momento di passaggio, di solitudine, di riflessione. Un vuoto nella mia anima.
Le mie condoglianze alla famiglia, a tutti i suoi dipendenti, a tutti gli amici che hanno avuto la fortuna di conoscerlo».

IL PRESIDENTE DEL VENETO – Luca Zaia, presidente della Regione Veneto, ha ricordato Del Vecchio parlando di «uno degli artefici della riscossa veneta, che ha creduto nel lavoro e nella nostra gente».
Ecco le sue parole: «Amo ripetere spesso che solo i pessimisti non fanno fortuna. Penso che il cavalier Del Vecchio sia stato la dimostrazione vivente di questo modo di dire; un uomo che con la sua determinazione e la sua visione del lavoro, dal nulla si è attestato nella classifica degli imprenditori di maggior successo in tutto il mondo. Desidero ricordarlo come uno degli artefici della riscossa della nostra terra, in particolare del riscatto economico delle nostre montagne. Il Veneto gli deve molto.
Fu un imprenditore che ha guardato ben oltre i propri sogni. Della bottega che aveva messo su con sudore ad Agordo poteva già considerarsi soddisfatto e realizzato alla fine degli anni Cinquanta. Ma da quella bottega è nata una piccola impresa, la Luxottica, che in breve è cresciuta fino ad essere una grandissima realtà produttiva, alla capo della quale Del Vecchio ha scalato la finanza internazionale, portando il Veneto alla ribalta del mondo. Sono numerosissime le persone delle nostre valli dolomitiche che grazie a lui hanno trovato un lavoro segnando la via del benessere per intere famiglie. Se il Veneto è oggi quella grande realtà produttiva ed economica che intendiamo mantenere e accrescere è grazie a figure come Del Vecchio che hanno creduto nel nostro lavoro e nella nostra gente. Invio le mie condoglianze ai familiari e a lui un pensiero».

IL PRESIDENTE DELLA PROVINCIA – Roberto Padrin, presidente della Provincia di Belluno, ha fatto presente che «Leonardo Del Vecchio è stato uno degli imprenditori più lungimiranti d’Italia. La sua capacità di visione ha dato vita a un’impresa che per Belluno ha significato lavoro e welfare, oltre a export e business, garantendo quello sviluppo economico e sociale che solo i grandi personaggi sanno creare. La sua scomparsa lascia un vuoto enorme, ma affida alla politica e all’amministrazione del territorio il compito di continuare ad assicurare le condizioni perché il Bellunese rimanga una terra in cui lavorare e produrre a livello globale non solo è possibile, ma è vantaggioso, per la grande professionalità degli addetti. Un’eredità non facile, ma che tutti, nessuno escluso, dobbiamo raccogliere e portare avanti».

L’ON. DARIO BOND – Il deputato bellunese Dario Bond ha ricordato che «per decenni Luxottica è stata un modello di sviluppo e di fare impresa e Leonardo Del Vecchio ha costituito un esempio di imprenditore illuminato. Mancherà al Bellunese, mancherà soprattutto all’Italia. L’ultimo grande esempio l’ha dato con la disponibilità a salvare la Ceramica Dolomite, altro esempio di capacità imprenditoriale del territorio bellunese e del modello veneto. La sua idea di industria, che ha sempre contemperato la produttività dei siti produttivi con la qualità di vita lavorativa dei dipendenti, ha rappresentato un paradigma che veniva dalla tradizione di Olivetti e Mattei. E che non va assolutamente disperso.

IL PRESIDENTE DELL’ABM – Oscar De Bona, presidente dell’Associazione Bellunesi nel Mondo, ricordando la figura di Leonardo del Vecchio ha sottolineato che «l’immortalità non è di questo mondo. Lo sappiamo tutti, è banale ricordarlo. Però a certi grandi personaggi spesso concediamo utopisticamente la facoltà di sfiorarla. Poi, quando arriva quella notizia che non avremmo mai voluto né scrivere né leggere, torniamo tutti con i piedi per terra. Leonardo Del Vecchio va ricordato, infatti, soprattutto per la sua vicenda umana di imprenditore illuminato. Nessuna beatificazione, perché gli faremmo un torto. Soltanto un grazie grande quanto la sua creatura – la Luxottica – che parla agordino al mondo e che, ci piace dirlo, ha il pregio di essere partita dal basso, costruita pian piano, sviluppata sino ai vertici dell’imprenditoria come un esempio di impegno, caparbietà e intelligenza manageriale.
Quando iniziò la sua avventura nelle vallate dolomitiche Del Vecchio puntò a cambiare volto ad un territorio dove ancora si avvertiva la lacerazione di pesanti flussi migratori. Sembrava un’impresa impossibile, invece fu possibile perché ciò riesce solo a coloro i quali hanno una marcia in più e sanno prepararsi al futuro molto prima che esso arrivi a segnare la nostra vita.
Dall’osservatorio dell’Associazione Bellunesi nel mondo in questo momento appare priorità assoluta ricordare come, in molte occasioni, Del Vecchio abbia sempre sottolineato che la sua fortuna imprenditoriale non si sarebbe potuta concretizzare se non con la collaborazione del territorio e dei suoi uomini e delle sue donne, ovvero la gente della montagna dolomitica che sa che cos’è la cultura del lavoro.
Quando se ne vanno uomini di questo spessore morale lo sgomento di chi resta è inevitabile, ma non può essere condizionante, sono convinto che lui stesso non lo vorrebbe. Oggi, passato il dolore per la sua scomparsa, davanti a noi si erge un’eredità molto complessa, grande e importante. Non sarà facile gestirla, non sarà cosa automatica proseguire nell’impresa, ma tutto ciò è doveroso e dovrà essere ben chiaro nella mente e nel cuore di chi avrà la responsabilità di tale futura gestione.
La lezione di Del Vecchio – lo sapevamo da anni – va letta attentamente, soppesata, capita e metabolizzata dai vertici di Luxottica sino alle maestranze appena arrivate in azienda. Si tratta di non disperdere un patrimonio di lavoro che fa onore all’Agordino, all’intera provincia di Belluno, al Veneto e all’Italia.
In queste circostanze si dice sempre che si è subita una grave perdita, è vero. Però sta a tutti noi cercare di colmarla facendo memoria di ciò che è stato per onorarne l’autore e, assieme a lui, quelle decine di migliaia di lavoratori e lavoratrici co-artefici della fortuna di Luxottica.
Infine, anche dall’Abm non può che essere espresso un sentito: grazie, cavalier Del Vecchio!».

L’ASSESSORE REGIONALE BOTTACIN – Per l’assessore regionale Gianpaolo Bottacin Leonardo De Vecchio è stato «un esempio di imprenditoria per tutti. Un riferimento mondiale. Ha dimostrato che dal nulla si può costruire un impero. E lo ha fatto facendo crescere la sua impresa insieme al territorio. Ha dimostrato che se un’impresa cresce con il territorio, il territorio cresce con l’impresa. Se ne va un grande imprenditore che ha incarnato il fare impresa insieme a tutti i suoi collaboratori. Una gravissima perdita per il territorio bellunese e veneto».

L’ASSESSORE REGIONALE DONAZZAN – L’assessore regionale Elena Donazzan ha sottolineato che «Leonardo Del Vecchio, fondatore di Luxottica, ha avuto una grandissima capacità innovativa. È stato capace di rigenerare un’intera provincia di montagna e ha avuto la visione che i propri dipendenti sono tanti più motivati quanto sentono di appartenere all’azienda per cui lavorano. Con lui è nata una nuova forma di welfare aziendale».

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