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venerdì 29 Marzo 2024,

Agordo, unanime e affettuosa riconoscenza per Leonardo Del Vecchio

Celebrato questa mattina il funerale del “patron” di Luxottica con il concorso di una grande folla desiderosa di per poter dare l’ultimo saluto al grande imprenditore visionario.

Il funerale di Leonardo Del Vecchio, celebrato questa mattina ad Agordo, è stato una manifestazione di unanime e affettuosa riconoscenza per il “patron” di Luxottica. Dopo lo sconcerto provocato dalla notizia della sua morte, ad Agordo è iniziata la trepida attesa per poter dare l’ultimo saluto al grande imprenditore visionario. Una grande folla ieri mattina si è riversata nel centro cittadino e al passaggio del carro funebre diretto al PalaLuxottica, dov’è stata allestita la camera ardente, in un clima di generale commozione, con un lungo applauso ha manifestato la stima e la gratitudine che hanno legato per sempre in una grande famiglia Leonardo Del Vecchio e gli agordini.
Poi, la lunga fila di dipendenti, maestranze, autorità civili e del mondo dell’impresa, gente comune che ha voluto rendere omaggio all’uomo che dal niente ha creato l’impero dell’occhiale che tanto benessere ha portato nelle nostre vallate alpine.

Conclusa la veglia alle prima ore del mattino, alle 11.30 è iniziata la cerimonia religiosa concelebrata dal vescovo Renato con i parroci agordini. La pur capiente struttura, gremita di autorità, maestranze, dirigenti e dipendenti di Luxottica, non ha potuto accogliere tutta la gente e il rito è stato seguito anche all’esterno tramite un maxischermo.

Prima della Messa ci sono stati gli interventi della moglie Nicoletta: «…siete in tanti, vi ringrazio e siate certi che Lui sarà sempre qui con voi che sarete forti e continuerete a portare avanti la sua creatura quale straordinaria eredità».

AGORDO – Il passaggio del carro funebre in piazza Libertà tra due ali di folla mercoledì 29 giugno.

Particolarmente toccanti le parole del figlio Claudio: «papà sarebbe stato ancora una volta contento di essere qui con voi oggi a stringere la mano a tutti che ha sempre considerato membri di una grande famiglia». «Quella famiglia», ha aggiunto commosso, «gli ha illuminato il volto quando, nel salutarlo l’ultima volta in ospedale dicendogli che venivo ad Agordo, mi ha sorriso dicendomi: “la fabbrica… è così bella adesso!”».

Sono seguiti un pensiero dei figli Clemente e Leonardo Maria jr. e il ricordo di Rocco Basilico: «Fiero di aver fatto parte di questa sua famiglia più grande di quella biologica, partecipando a quella che è stata la sua missione di dare lavoro e un futuro sicuro a tanta gente. Continuate a ricordarlo come padre».

Dopo il saluto dell’arcidiacono di Agordo, monsignor Cesare Larese, l’omelia del vescovo: «Siamo in un abbraccio immenso che non vorremmo mai smettere», ha esordito, «carico di commozione e in cui riversare un affetto imponente come le grandi montagne dolomitiche che ci attorniano in questa stupenda conca agordina: il caro Leonardo Del Vecchio è rientrato dai “suoi”, una famiglia estesa e un’azienda impareggiabile, intrecciate in queste valli, arrampicate sulle terre alte delle Dolomiti».

AGORDO – Il commosso saluto del figlio Claudio prima della Messa seguito dal teleschermo.

«Leonardo è entrato nel cuore di questa popolazione e lo sta abitando», ha proseguito il Vescovo. «C’è un fremito di infinito in questo scambio d’amore. Siamo qui per questo: ad onorare un corpo che, nella sua lunga vita, ha desiderato, voluto, perseguito – attorno al lavoro a cui si è votato – dignità, futuro, sviluppo, benessere, coraggio, intraprendenza per questa amata gente. La preghiera che ci riunisce, ora in questa liturgia, è un’intima comunione che travalica i limiti della morte. Vorremmo sussurrare a Leonardo i pensieri e i sentimenti che ci attraversano interiormente: un carico di gratitudine che sgorga semplice e umile; ma anche rocciosa, fondata, convinta, mista alla trepidazione che il vivere in montagna suscita, con le fatiche che esso comporta».

Quindi il riferimento alla parabola della vita: «Ci rivolgiamo a te, Leonardo, e ti chiediamo: ma come è possibile che un seme simile a un granello di senape – il più piccolo di tutti i semi – seminato in un campo, una volta cresciuto, è più grande delle altre piante, diventato «un albero, tanto che gli uccelli del cielo vengono a fare il nido tra i suoi rami» (Mt 13,31-32)? Una verità di vita che è diventata anche la “parabola dell’occhiale”».

AGORDO – La gente lascia il PalaLuxottica al termine della cerimonia funebre.

«Le parole di Gesù sono anche un segreto che tu porti nel cuore», ha concluso il Vescovo, «sono nel sogno che tu hai perseguito, stanno nel bene che hai seminato e fatto crescere e sono anche ciò che apre alla speranza le nostre comunità e le nostre famiglie. A tutti noi, alle istituzioni, a chi ha responsabilità nel mondo del lavoro, dell’economia e della finanza, a chi è chiamato e votato al compito politico e amministrativo, immaginiamo – carissimo Leonardo – che tu stesso consegni l’appello dei Proverbi, proclamato nella prima lettura, a cui tu con creatività e intraprendenza hai cercato di corrispondere: «Figlio mio, custodisci il consiglio e la riflessione né mai si allontanino dai tuoi occhi: saranno vita per te. […] Non negare un bene a chi ne ha il diritto, se hai la possibilità di farlo. Non dire al tuo prossimo: “Va’, ripassa, te lo darò domani”, se tu possiedi ciò che ti chiede».

Ha concluso la cerimonia il canto del Buon Pastore nella traduzione del Salmo di Padre Turoldo.

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