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giovedì 18 Aprile 2024,

Feltre, aperta la mostra «S/Oggetti Smarriti»

Si trova al Monte di Pietà (Salita Muffoni) ed è frutto di un laboratorio di tre mesi (marzo-maggio), tenuto al SerD di Feltre da parte degli utenti del Servizio diurno.

Al Monte di Pietà di Feltre (Salita Muffoni) è aperta da ieri, giovedì 30 giugno (inaugurata ufficialmente alle 18.30), la mostra «S/Oggetti Smarriti», frutto di un laboratorio di tre mesi (marzo-maggio), tenuto al SerD di Feltre, da parte degli utenti del Servizio diurno. Laboratorio molto concreto e semplice, ideato per creare arte tramite il pensiero libero su oggetti comuni, ma capaci di toccare aspetti interiori e diventare simboli della stessa vita. I pensieri espressi, in forma di versi poetici, fanno tutt’uno con gabbie, scarpe, valige, legacci, stoffe, dipinti e composizioni scenografiche del tutto originali.

Numerosi i protagonisti che, dopo una prima difficoltà, ci hanno trovato gusto e messo mente, fantasia e cuore al servizio del proprio sentire profondo, che ha aperto canali di comunicazione e aperture. Hanno occupato spazio e tempo, uscendo dagli schemi abituali di vita.

Il lavoro è stato presentato, alla presenza di numerosi ospiti, da Amalia Manzan, direttrice del SerD che ha inquadrato l’iniziativa nel Piano regionale sulle dipendenze, da Antonella Alban critica d’arte e Alfonso Lentini che come artista ha seguito in presenza il lavoro delle persone partecipanti al Diurno.

Il senso è questo. «Siamo soggetti o, per qualcuno, anche oggetti. Oggetti persi in questo sporco mondo che non capiamo e che non ci comprende. Oggetti smarriti, malati, disarticolati, oggetti colpevoli, sprangati, condannati, forse alati. Richiusi in mille gabbie, in mille paranoie, cerchiamo vie di fuga oppure vie di scampo. Senza fissa dimora, senza fisse parole, abbiamo poca forza per dirti cosa siamo. Non abbiamo il coraggio di sopportare insulti, però la nostra vita non te la regaliamo. La mettiamo in valigia, la mettiamo nel sacco, abbiamo scarpe forti per il lungo cammino. Ma abbiamo gambe deboli per tendere alla meta. Ti lasciamo due graffi, due spruzzi di colore, un cuore incarcerato, un cielo fatto a pezzi».

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