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sabato 20 Aprile 2024,

A tema il «Tacuinum Sanitatis» conservato nella Biblioteca Gregoriana di Belluno

A Vittorio Veneto si è tenuto un approfondimento attorno all’opera medica di Ibn Butlan che ha ispirato la mostra «Dalla cura della Terra alla salute del corpo e dell’anima».

Il professor Maurizio Tuliani, ricercatore di storia medievale di Siena ha fatto riempire la chiesa di san Giovanni Battista di Serravalle, a Vittorio Veneto, nel rievocare la medicina araba arrivata in Occidente con l’opera medica di Ibn Butlan, il «Tacuinum Sanitatis», resa nota soprattutto per intervento di Federico II. L’opera in questione è stata di fondamento per tutta la medicina occidentale, fino al passaggio a quella rinascimentale e poi a quella moderna e scientifica, che ha però perso la parte dedicata alla terra e all’anima.

Presente pure il vescovo di Vittorio Veneto, monsignor Corrado, che ha molto apprezzato l’iniziativa della mostra «Dalla cura della Terra alla salute del corpo e dell’anima», ricavata dal «Tacuinum Sanitatis» conservato nella Biblioteca Gregoriana di Belluno e allestita nell’adiacente chiostro rinascimentale, definendola di estrema attualità.

Tulliani è stato presentato dalla poliedrica Elena Modena del Centro Studi Claviere, l’ideatrice e conoscitrice del «Tacuinum Sanitatis», la quale ha spiegato la genesi della mostra e i suoi scopi ideali: far ritornare gli uomini e le donne consapevoli di sé e integrati nel solo vero equilibrio umano, quello che tiene conto dell’anima e del corpo, quindi della consapevolezza piena della vita, che è eminentemente relazione.

«La mia ricerca è partita dall’essere nutrizionista», ha esordito Tuliani, «e proprio come ricercatore ho incontrato Ibn Butlan, la cui opera medica è andata ben oltre gli aspetti del cibo». Ha quindi selezionato le opere esposte, aggiungendone altre tratte dal codice e non presenti in mostra, suddividendole appunto nelle tre sezioni di terra – corpo – anima e descrivendone il senso. Un’ora e mezza di nutrimento spirituale, oltre che ricco di suggestioni e curiosità, cui è seguito un dibattito.

Il rettore della chiesa di san Giovanni, don Gigetto, ha poi concluso richiamando l’esigenza di porre in pratica quanto contemplato, cioè «sentirsi terra – Adamo/uomo vuol dire terra – per far fronte al deperimento attuale, prendersi cura del corpo e soprattutto dare senso ricreando le cose, rigenerandole e integrandole tra loro».

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