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venerdì 29 Marzo 2024,

Lupi col radiocollare per controllare se si avvicinano agli allevamenti

Avviato un nuovo progetto per studiare il predatore, uniti Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi e Università di Sassari. (Foto G. Tormen)

Il Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi, utilizzando fondi del Ministero della Transizione Ecologica, ha stipulato una convenzione con il Dipartimento di medicina veterinaria dell’Università di Sassari per avviare una ricerca sul comportamento e l’ecologia del lupo attraverso la radiotelemetria satellitare.

Il progetto, coordinato dal professor Marco Apollonio, prevede la cattura di alcuni lupi, che saranno dotati di radiocollari in grado di rilevarne la posizione in tempo reale. La ricerca permetterà di conoscere gli spostamenti degli animali e il loro comportamento, determinare quali prede selvatiche vengono consumate e quale sia il loro stato di salute, verificare in tempo reale l’eventuale avvicinamento dei lupi agli allevamenti. Il nuovo progetto, di durata triennale, prenderà avvio questa settimana.

«La ricerca è una delle finalità istituzionali del Parco», dichiara il presidente Ennio Vigne, «e questo nuovo progetto va ad aggiungersi alle numerose attività scientifiche del Parco. Le informazioni raccolte con i progetti di studio e monitoraggio sono fondamentai per guidare le azioni di tutela condotte dal Parco; nel caso di questo nuovo progetto i dati raccolti saranno anche utili per migliorare le nostre attività di prevenzione dei danni al bestiame, favorendo così la convivenza tra lupo e attività zootecniche».

«Il progetto nasce da una positiva esperienza condotta sulle prealpi venete per la Regione del Veneto», precisa il prof. Marco Apollonio, dell’Università di Sassari, «attraverso la quale abbiamo avuto modo di seguire sei lupi con collare, che hanno già fornito una grande quantità di dati riguardo i ritmi di attività, uso del territorio, rapporti con selvatici e domestici, dispersione. È senza dubbio lo studio più importante di telemetria condotto sull’arco alpino e la possibilità di lavorare in questo settore delle Alpi, caratterizzato da popolazioni preda così ben strutturate, rappresenta senza dubbio una opportunità straordinaria per la conoscenza della specie in contesti di nuovo insediamento».

La convivenza tra il lupo e le tradizionali attività di allevamento è una problematica che può essere risolta con adeguate conoscenze e interventi di prevenzione. E il miglioramento della coesistenza tra lupo e zootecnia di montagna è l’obiettivo del progetto europeo Life Wolfalps, di cui il Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi è uno dei partner. Grazie ai fondi europei il Parco fornisce recinzioni elettriche, in comodato gratuito, agli allevatori, siano essi professionisti o semplici appassionati che hanno pochi capi. «Il Parco interviene concretamente al fianco degli allevatori», dichiara Ennio Vigne, «e all’interno dell’area protetta il numero di predazioni a carico dei domestici è estremamente ridotto. Nel corso di questa stagione estiva abbiamo registrato, ad oggi, la perdita di soli tre capi negli alpeggi all’interno del Parco».

Conoscere sempre meglio le caratteristiche e il comportamento della fauna è una delle finalità istitutive del Parco; nel caso del lupo l’incremento delle conoscenze sull’etologia e l’ecologia della specie è particolarmente importante, perché si tratta di un animale al vertice delle catene alimentari, che regola le popolazioni delle specie preda e perché una migliore conoscenza del comportamento del lupo può aiutare a migliorare le strategie e le tecniche di prevenzione degli attacchi ai domestici.

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