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venerdì 19 Aprile 2024,

Alcol, i Club di Arcat a congresso il 17 settembre

L’obiettivo del convegno è ricordare il passato ma anche delineare il futuro dei Club alcologici territoriali.

Ricordare il passato ma anche delineare il futuro dei Club alcologici territoriali: questo l’obiettivo del terzo congresso regionale di Arcat Veneto (Associazione regionale dei Club alcologici territoriali del Veneto), che si terrà in provincia di Belluno: l’appuntamento è per sabato 17 settembre a Longarone Fiere. L’incontro sarà anche occasione per celebrare i 40 anni dalla nascita dei primi Club alcologici veneti.

«La proposta del congresso è nata ancora durante la pandemia, consapevoli delle difficoltà che questo stop forzato avrebbe provocato nel nostro ambito operativo», spiega Franco Livan, presidente Acat Belluno e referente per il territorio che accoglie il congresso regionale. «Questo primo incontro in presenza, post Covid, è indispensabile per affrontare le sfide del presente, guardando alle nostre radici e alla nostra storia, e per parlare di prospettive future».

Una realtà, quella delle Acat bellunesi (sul territorio provinciale operano le quattro realtà di Belluno, Feltre, Agordo e Cadore) con numeri non di poco conto, dato che sono ben 160 le famiglie di persone con problemi legati all’alcolismo da seguire. Allo stesso tempo non sono poche le difficoltà, in alcuni casi condivise con le altre realtà venete, che le associazioni bellunesi stanno affrontando in questo periodo. Prima fra tutte la perdita di diversi Club: sul territorio provinciale sono passati da 37 nel periodo pre-pandemia ai 27 di oggi. Ancora, la chiusura del Day Hospital di Alcologia del Servizio Dipendenze (Ser.D) di Auronzo di Cadore.

«La mancanza del Day Hospital, che si protrae ormai da alcuni anni, è certamente una problematica per la nostra realtà, essendo venuto a mancare un punto di riferimento non solo provinciale ma regionale per i famigliari delle persone seguite. Sono stati fatti degli incontri con i vertici dell’Ulss 1 per verificare le possibilità di una riapertura o di un potenziamento, anche pensando ad un cambio di sede, ma non sarà facile, soprattutto per l’esigenza di avere un medico dedicato sul territorio», chiarisce Livan.

I Club alcologici territoriali bellunesi, stanti le problematiche, proseguono con impegno il loro operato: «Si tratta di gruppi di auto mutuo aiuto, che si avvalgono di una figura referenziata e formata, denominata “servitore-insegnante”, che fa da moderatore agli incontri, a frequenza settimanale, e funge da referente con il Ser.D. durante il percorso. I corsi di formazione specifici per i “servitori” sono organizzati dalle Acat territoriali, e richiedono un certo impegno così come il riprendere contatto con quelle persone seguite, che si sono allontanate durante il lock-down col venir meno degli incontri in presenza».

Di questi e di altri temi, ampliati a livello regionale, si parlerà al congresso di Longarone, che vedrà l’apertura alle 9 con gli interventi del presidente Arcat Veneto Alessandro Toniolo e della presidente uscente Annarosa Pettenò; alle 9,30, oltre alle autorità presenti, interverrà Franco Livan, in rappresentanza delle Acat bellunesi. Alle 9.45 “Le nostre radici” ospiterà le interviste ad alcuni “pionieri” del sistema dei Club in Veneto, alle 10.45 la storia dei Club per immagini. Alle 11 si parlerà dell’attualità ne “I club oggi: esperienze, difficoltà, soluzioni”; alle 12 spazio a “Rigenerarsi: permanenza ed evoluzione nei programmi del Club”. Nel pomeriggio, alle 14.30 il momento ricreativo con ospiti il Coro “Vocincanto” e il gruppo di danza “Ucraina insieme”; alle 15.15 riflessioni conclusive e alle 16.30 saluti e canti finali. L’ingresso è libero; per informazioni scrivere a acatbelluno@gmail.com

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