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venerdì 19 Aprile 2024,

Calcio, la compagine femminile di Dolomiti Bellunesi verso il debutto nel campionato di Eccellenza

Anche grazie all’apporto della centrocampista Roberta Cappellano.

Archiviato l’esordio di Coppa Italia, per le ragazze della SSD Dolomiti Bellunesi è tempo di pensare a un altro debutto: quello nel campionato di Eccellenza. Domenica 25, alle 15.30, la compagine di mister Pellicanò sarà impegnata a Spinea, dove proverà a conquistare i primi punti della stagione. Anche grazie all’apporto di Roberta Cappellano. Classe 1998, centrocampista, Roberta ha iniziato con il calcio all’età di 6 anni, insieme ai maschietti. Poi, l’approdo nella prima squadra femminile del Domegge, quando era quattordicenne, e l’esperienza al Keralpen.

Cappellano è un’autentica innamorata del pallone: «È qualcosa che non si può spiegare. Questo sport, per me, è avere una seconda famiglia: è sfogo e divertimento. È passione e io ne ho davvero tanta. Molti non capiscono e mi invitano a saltare gli allenamenti o le partite per uscire la sera. Ma io vogliamo sempre esserci e lottare insieme alle compagne su ogni pallone. A maggior ragione quando lo spogliatoio è unito e solido come il nostro, la voglia di fare bene cresce ulteriormente».

La centrocampista riavvolge il filo dei ricordi: «È ancora impressa nella mia mente la partita di recupero contro il Condor Treviso, in casa. In quell’occasione, ho realizzato la prima doppietta della mia carriera: una partita nella quale tutti i sacrifici compiuti sono stati ripagati alla grande». Ora si apre una nuova fase sotto il segno della SSD Dolomiti Bellunesi: «Questo passaggio rappresenta una grande opportunità. Sia per noi ragazze, sia per il movimento calcistico femminile. Vogliamo sfruttare al meglio una simile occasione e non deludere la società. E soprattutto vogliamo far capire a chi non crede nel movimento femminile che in questo sport c’è posto pure per noi».

Cappellano è una delle anime della squadra: tanto sul rettangolo verde, quanto in spogliatoio. «Mi trovo a meraviglia con il gruppo in generale – conclude – ma, se proprio devo fare un nome, direi Chiara De Valerio. La conosco da parecchio tempo: entrambe lavoriamo a turni e, nella settimana in cui non riusciamo a trovarci al campo con la squadra, ci alleniamo da sole in qualche campo della zona. Quando c’è lei, il divertimento è assicurato: le voglio davvero un gran bene».

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