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giovedì 25 Aprile 2024,

Santa Giustina, l’impianto di trattamento dei rifiuti del Maserot tornato in piena operatività

Dopo i fermi per guasto del 2020 e 2021 buone prestazioni del biodigestore (nella foto); la produzione di energia elettrica traina Dolomiti Ambiente. Il consigliere provinciale Deola: «Maserot strategico per chiudere il ciclo rifiuti a livello territoriale».

«L’impianto del Maserot è strategico per il Bellunese. Consente una capacità di autogestione del territorio sul fronte di un servizio essenziale quale è quello del trattamento rifiuti. In più, ha il valore aggiunto di chiudere all’interno della provincia l’intero ciclo di gestione dell’umido, dalla raccolta alla trasformazione in compost, attraverso un processo che consente di produrre biogas e di vendere energia elettrica al gestore nazionale. In periodo di rincaro energetico non è un particolare trascurabile». Lo ha detto ieri mattina il consigliere provinciale delegato all’ambiente Simone Deola, accompagnando la stampa all’impianto di Dolomiti Ambiente spa (in località Maserot, a Santa Giustina).

L’impianto tratta su due linee differenti il rifiuto solido urbano (Rsu) non riciclabile di tutta la provincia, esclusa la Valboite, e la frazione organica dei rifiuti urbani (Forsu) dell’intero territorio provinciale. Questo tipo di rifiuto alimenta un biodigestore che attraverso un processo di fermentazione trasforma la frazione umida in compost utilizzabile come fertilizzante, fornendo al contempo biogas per la produzione di energia elettrica. Proprio il trattamento del Forsu, efficientato negli anni, ha consentito di ottimizzare i costi di gestione della società, dato che oggi nessun residuo umido necessita di gestione esterna. Senza contare che la produzione di energia elettrica viene ceduta al gestore nazionale aumentando i ricavi della società.

«Il valore del biodigestore, a livello economico e ambientale per la funzione che svolge nel processo di trattamento del rifiuto, si è visto perfettamente negli ultimi due anni, quando a causa di un problema biologico prima e di un guasto meccanico poi è rimasto fermo», spiega Angelo Smaniotto, amministratore unico di Dolomiti Ambiente spa. «Nel primo caso si è interrotto il processo di fermentazione dei batteri, nel secondo abbiamo dovuto svuotare l’impianto e riparare il danno. Il che ha significato un blocco della normale operatività e costi aggiuntivi non previsti, che hanno avuto incidenza sul bilancio. Il ritorno alla piena operatività è immediatamente riscontrabile nella situazione al 31 agosto di quest’anno, che mostra un risultato positivo di 160 mila euro. Risultato che consente di prevedere il conseguimento di un utile di esercizio al 31 dicembre».

Nel computo dei ricavi della società, oltre alla produzione di energia elettrica da biogas, si contano la tariffa di gestione del Forsu e quella del Rsu. In futuro andrà aggiunto anche un cogeneratore recuperato di recente nella sua funzionalità e di prossima entrata in funzione.

«Dolomiti Ambiente è una società fondamentale per una gestione territoriale e provinciale del servizio di raccolta e trattamento rifiuti», sintetizza il consigliere Deola. «La legge Madia impone alla Provincia di dismettere le sue quote, ma è chiaro il valore della sua funzione, tanto che i sindaci hanno dato mandato alle società di gestione della raccolta – le quattro che operano in provincia – di concludere l’acquisto. È un esempio di autonomia praticata, e di lungimiranza, per poter proseguire su un servizio che negli anni è riuscito a contemperare sia la sostenibilità economica sia una logica ambientale corretta».

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