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mercoledì 24 Aprile 2024,

Mentre trema Siena, ecco i terremoti forti di Belluno (dal 1348)

Il sito internet dell'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia consente di tracciare la storia dei sismi che hanno interessato le Dolomiti Bellunesi

Sembra non abbia nulla a che fare col terremoto disastroso di Turchia e Siria, lo sciame sismico che da un paio di giorni grava su Siena. Normali terremoti italiani, potremmo dire, questa volta a ovest della linea pericolosa dell’Appennino: in meno di due giorni si sono contate 35 (trentacinque) scosse sopra magnitudo momento 2.0, la massima è stata di 3.5. E poi decine di altre scosse ma con magnitudo inferiore a 2, spesso sensibili anche quelle, visto che l’epicentro è sotto le case del centro. Scosse non distruttive, sicuramente logoranti per le persone (e rischiano di esserlo per i vecchi palazzi). D’altra parte, nei secoli Siena ha vissuto molte volte questa situazione: scosse, scosse e scosse, anche per settimane, mai “quella grossa”. Speriamo si ripeta il “copione” anche stavolta, le scosse stanno diminuendo di frequenza e di intensità, c’è ragione per auspicarlo.

Ci racconta tutte queste cose l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, che è guidato dal geologo bellunese Carlo Doglioni. Sul fenomeno che sta interessando Siena c’è un bell’articolo dell’Istituto, che si può leggere qui. L’articolo fa capire bene come il “tenere memoria” dei terremoti ci aiuti a comprendere la pericolosità delle diverse zone d’Italia, magari a fare uno sforzo per prevenire (dato che prevedere non si può). E se gli strumenti moderni di rilevamento consentono di realizzare una mappa del rischio sismico piuttosto precisa, la storia e i monumenti ci danno informazioni approssimative ma molto utili per estendere sul lungo periodo l’osservazione che oggi siamo in grado di effettuare.

Vale anche per la provincia di Belluno. Interroghiamo il database dell’Istituto, che ci racconta bene la pericolosità dei terremoti bellunesi soprattutto lungo la linea delle Prealpi e massimamente in Alpago. Dal 1300 a oggi il territorio bellunese è stato interessato da 80 terremoti significativi, alcuni rovinosi. Il diagramma qui sotto (dal sito dell’Ingv) rappresenta quelli di intensità maggiore di 3, ma noi in questo articolo facciamo memoria soltanto dei terremoti che a Belluno hanno registrato intensità almeno pari a 5.

Il primo terremoto di cui si ha memoria in provincia di Belluno, con evidenza nei documenti storici, avvenne il 25 gennaio 1348 (clicca per tutti i dettagli), con epicentro sulle Alpi Giulie, vicino al Tarvisio. Si valuta che la scossa abbia avuto magnitudo 6.63, una potenza altamente distruttiva, fu sentita in modo forte anche a Belluno.

Quarant’anni dopo si trema ancora forte, di nuovo per una scossa notevole in Friuli: è il 20 agosto 1389, epicentro le Alpi, zona di Moggio Udinese, magnitudo 4.86, intensità 7-8 percepita sul posto, a Belluno 5.

Una ventina d’anni e il 29 giugno 1401 tocca proprio a Belluno, l’epicentro pare sia stato in corrispondenza del capoluogo: magnitudo 4.16, intensità percepita 5.

Più forte la scossa del 12 gennaio 1403, sempre epicentro Belluno città, magnitudo 4.63, stavolta intensità percepita 6.

L’anno dopo ne arriva un’altra forte: 1 febbraio 1404, epicentro sempre Belluno città, magnitudo 4.16, intensità 5.

Passano sei anni e Verona, il 10 giugno 1410, viene colpita da un forte terremoto che a Belluno viene percepito con intensità 5.

Per un bel po’ la storia non riporta segni di sismi di rilievo in provincia di Belluno. Però il 26 marzo 1511 è di nuovo il Friuli ad essere colpito molto duramente, con una scossa di magnitudo 6.32 percepita sul posto con intensità 9 e a Belluno con intensità 7.

Neanche quarant’anni e si registra un altro forte sisma, con intensità 6-7 a Belluno, che ne è l’epicentro, per una magnitudo 4.86: è il 10 settembre 1549.

Passa più di un secolo senza sismi di grande rilievo, ma il 4 maggio 1690 la scossa è forte e, secondo le stime, è di nuovo sotto Belluno città: magnitudo 4.40, intensità tra 5 e 6.

Terremoti di minore intensità per lungo tempo, finché il 25 ottobre 1812 avviene un sisma memorabile con epicentro a Pordenone, magnitudo 5.62, percepito sul posto con intensità 7-8, a Belluno con intensità 6-7, a Feltre con intensità 4-5.

È il 29 settembre 1859, epicentro Belluno, sisma di magnitudo 4.16, intensità percepita 5.

Il più forte di tutti i terremoti bellunesi arrivò il 29 giugno 1873, l’epicentro fu nella zona del Cansiglio (Alpago), con una magnitudo molto alta: 6.29. Portò ampia distruzione, anche nel capoluogo. A Borsoi, Cornei, Curago, Funes, Lamosano, Pieve d’Alpago e Puos d’Alpago l’intensità fu tra 9 e 10, a Belluno intensità 8, a Feltre 7, a Cortina d’Ampezzo 6, fu sentito fino a Roma.

Intensità 5 due anni dopo, il 24 ottobre 1875, di nuovo epicentro a Belluno città, magnitudo 3.70. Fu sentito forte anche a Pordenone.

Passa qualche anno e poi è una sequenza: il 26 marzo 1890 trema Longarone, magnitudo 4.82, intensità sul posto 6-7, a Belluno intensità 5.

Il 7 giugno 1891 si sente forte anche in provincia un terremoto con epicentro nel Veronese, di magnitudo 5.87 e intensità 9 sul posto, a Belluno intensità 5.

Il 23 giugno 1892 trema Claut, epicentro di un sisma di magnitudo 4.58 con intensità 6-7 sul posto, a Belluno intensità 5.

Di nuovo epicentro a Longarone il 27 ottobre 1893, magnitudo 4.42, intensità sul posto 5-6, a Belluno intensità 5.

Il 4 marzo 1900 l’epicentro è dalle parti di Asolo, magnitudo 5.05, intensità 6-7, a Belluno intensità 5.

L’epicentro è di nuovo in zona Belluno città il 4 luglio 1925, scossa di magnitudo 3.87, intensità 5.

Ma è ben più forte la scossa del 18 ottobre 1936 di nuovo con epicentro in Cansiglio, di magnitudo 6.06 e intensità 9 percepita a Puos d’Alpago, a Villa, a Villa di Villa. A Belluno risulta di intensità 7, danni.

È seguita il 18 febbraio 1937 da una scossa di magnitudo 4.40 e intensità 4-5 con epicentro a Belluno.

Pochi anni poi un sisma di magnitudo 5.07, intensità locale 7, il 24 luglio 1943 colpisce Arten. A Feltre intensità percepita 7, a Belluno 5.

Arriva la scossa del Friuli di cui molti hanno memoria diretta: era il 6 maggio 1976, il sisma ha magnitudo 6.45 e a Gemona, Osoppo e molti altri paesi a Nord di Udine l’intensità è tra 9 e 10, a Belluno intensità 6, Feltre 5-6, Cadore centrale 6-7.

Il 16 settembre 1977 un’altra forte scossa ha epicentro nelle stesse zone, con magnitudo 5.26 e intensità locale 7, a Belluno intensità 5.

Con questa storia, occorre essere preparati. Prima di tutto costruire bene. E poi sapere che cosa fare: ciò riguarda le organizzazioni chiamate a intervenire quando capiterà di nuovo e riguarda i singoli cittadini. Nelle nostre case è bene ancorare i mobili al muro, individuare le travi portanti per potersi riparare lì sotto se la terra trema, avere a portata di mano una pila e il telefono cellulare (che tra l’altro può fare anche da pila), tenere una calzatura vicino al letto per indossarla subito se necessario alzarsi, evitare le scale.

Ma adesso è soprattutto tempo di solidarietà, verso le popolazioni di Turchia e Siria.

Luigi Guglielmi

2 commenti

  • Mi si permetta una correzione, a proposito del terremoto in Friuli del 1976. Dopo la prima scossa disastrosa della sera del 6 maggio, vi furono due importanti scosse l’11 ed il 12 settembre dello stesso anno, cioè il 1976.

  • Buongiorno Rita, anch’io ho notato quella mancanza ma ho preferito non integrare l’elenco messo a disposizione da Ingv. Grazie per la sua lettura attenta e per il suo commento. Luigi Guglielmi

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