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giovedì 28 Marzo 2024,

Aree interne, gli Industriali: «Attenti alla retorica»

«Ciò che serve è l’elaborazione di un’analisi più specifica e puntuale sul tema del lavoro»

Ci sarà anche Confindustria Belluno Dolomiti, con il suo direttore Andrea Ferrazzi, alla prima edizione del Festival del Lavoro nelle Aree Interne, in programma dal 25 al 27 maggio a Soveria Mannelli (Catanzaro), evento promosso dall’associazione Respro-Rete di storici per i paesaggi della produzione, dalla Fondazione Appennino Etse, appunto, dalla casa editrice Rubbettino. Il tema di questa prima edizione, inserita all’interno del Festival dello sviluppo sostenibile promosso da Asvis (Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile) è «Il lavoro tra passato e futuro, fragilità e opportunità di un patrimonio nei territori interni dell’Italia contemporanea».

La prospettiva del lavoro è centrale per rendere concreto ogni progetto di sviluppo delle aree interne che non sia basato solo ed esclusivamente sul turismo. Per riattivare processi in grado di fermare lo spopolamento e quindi per ridare centralità ai paesi dei territori interni delle Alpi, della dorsale appenninica o di qualsiasi altra area italiana considerata tale, è necessario attingere alle loro caratteristiche, ai loro paesaggi, ad assetti economici e sociali e ad attività produttive da secoli presenti nelle articolazioni di questi territori. «In questo contesto», afferma Andrea Ferrazzi, «è importante investire su due fronti: competenze e innovazione».

Negli ultimi anni però – si legge nella nota diffusa da Confindustria Belluno Dolomiti – così come è stata costruita una retorica del borgo montano, è stata elaborata anche una retorica dei giovani, come soggetti principali di attente politiche per il lavoro. Si parla di borghi felici e poi ci si accorge che questi, non solo non esistono, ma è anche un concetto difficile da rilanciare; si parla di giovani, ma poi concretamente non solo non si fa nulla per loro, ma nemmeno per tutte quelle persone più anziane espulse dal mercato del lavoro o in pensione. Ciò che serve, dunque, è l’elaborazione di un’analisi più specifica e puntuale sul tema del lavoro, perché non c’è futuro per le aree interne senza l’individuazione di attività lavorative in grado di innescare solidi processi di crescita e di coinvolgere l’intera popolazione, dai più giovani ai più anziani.

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1 commento

  • Lo spopolamento della montagna lo stiamo combattendo con i lupi, i cinghiali, gli orsi…

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