L’Anpi sezione Cadore “Giovanna Zangrandi”, la Biblioteca civica di Belluno e l’Isbrec, con il patrocinio del Comune di Pieve di Cadore, hanno organizzato a Pozzale domenica 24 settembre alle ore 10 l’evento «Giovanna Zangrandi, la natura e gli abitanti del Cadore».
L’iniziativa è dedicata alla scrittrice e partigiana Giovanna Zangrandi (Galliera 13 giugno 1910 – Pieve di Cadore 20 gennaio 1988). L’incontro si svolgerà nei pressi della chiesa di S. Antonio da Padova in via Sopracolle nell’antico borgo di Pozzale, è curato da Giovanni Grazioli direttore della Biblioteca civica di Belluno che ne farà l’introduzione e prevede il seguente programma: letture di brani e racconti tratti dai libri di Zangrandi «Racconti partigiani e no», «Il campo rosso» e «Racconti del Cadore» da parte della Compagnia Lavori in Corso, l’intervento di Roberta Fornasier curatrice dell’Archivio Zangrandi sul tema «Pozzaline e altre donne nella letteratura di Zangrandi» e, a conclusione dell’evento, le visite guidate alla chiesa di S. Antonio curate da Luigi Da Rù e Letizia Lonzi.
Ci sarà poi un momento conviviale finale per i partecipanti. L’ingresso è libero e aperto alla partecipazione di tutti.
Nel 1937 Alma Bevilacqua (Giovanna Zangrandi è lo pseudonimo letterario), dopo la laurea in chimica, le specializzazioni in farmacia e in geologia e la scomparsa dei genitori, lascia il Bolognese dove era nata per trasferirsi in Cadore. Si stabilisce inizialmente a Cortina d’Ampezzo, dove insegna scienze naturali all’Istituto “Antonelli”. In seguito decide nel 1957, a causa del clima post-bellico ostile nei suoi confronti in Ampezzo, di spostarsi a Borca di Cadore nella frazione di Villanova dove edifica una villetta. L’amore per la montagna e per i suoi sport diventa l’elemento costante della sua vita, insieme alla grande passione per la scrittura, che poi coltiverà come principale impegno, pubblicando 10 romanzi (prevalentemente con l’editore Mondadori) e oltre 400 racconti (su quotidiani e periodici nazionali).
Dopo l’8 settembre 1943 decide, in opposizione al fascismo e al nazismo, di schierarsi con la Resistenza e diventa staffetta e poi combattente partigiana della Brigata P. F. Calvi. Attività che svolge anche in pericolose azioni di trasporto di armi e esplosivi, nonché progettando sabotaggi sui ponti della viabilità locale stradale e ferroviaria, per ostacolare spostamenti e rastrellamenti delle forze armate tedesche. Ricercata dagli occupanti e oggetto di una taglia in denaro, vive gran parte di quegli anni in clandestinità svolgendo sempre il suo ruolo, adempiendo gli incarichi assegnati a rischio della vita.
Dopo la guerra, è protagonista nell’attività giornalistica locale con “Val Boite” e “Nuovo Cadore”, due periodici che avrebbe voluto far diventare laboratori di politica e cultura, per la trasformazione democratica della società. Viste le difficoltà emerse, lascia l’incarico di direttore responsabile e intraprende un altro progetto: si tratta di un sogno condiviso con Severino Rizzardi, comandante partigiano ucciso dai tedeschi alla fine della guerra ad Auronzo di Cadore: progettare e costruire un rifugio alpino sulla sella di Pradonego a quasi 1800 m. sulla montagna sopra Pozzale. Tra il 1946 e il ‘47, coordinando una squadra di manovali, muratori, falegnami e squadratori, edifica il rifugio Antelao e lo gestisce fino al 1951, per cederlo poi al Cai di Treviso.
Per questo motivo, nell’occasione dell’incontro a Pozzale, brani e racconti scelti sono ambientati nell’area del borgo cadorino, così come i loro protagonisti. Nell’occasione l’attenzione sarà in generale per le descrizioni della bellezza e della forza della natura e delle donne cadorine. L’intento della giornata è quello di ricordare una delle partigiane più attive nella lotta di liberazione del Cadore e del Bellunese e una delle maggiori scrittrici e intellettuali italiane del Novecento.
Seguici anche su Instagram:
https://www.instagram.com/amicodelpopolo.it/