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lunedì 20 Maggio 2024,

Olimpiadi, Malagò: salta la pista da bob a Cortina

Dal Governo al momento non sono arrivate comunicazioni, ma le dichiarazioni del presidente del Coni hanno già scatenato diverse reazioni

L’ipotesi Innsbruck si fa più concreta. Giovanni Malagò, presidente del Coni, nonché membro Cio e presidente della Fondazione Milano Cortina, in occasione del suo intervento dal palco della 141esima Sessione del Comitato Olimpico Internazionale (Cio) che si sta svolgendo a Mumbai in India ha detto che le gare di bob, slittino, skeleton e para-bob dei Giochi olimpici e Paralimpici invernali di Milano Cortina 2026 non si svolgeranno a Cortina d’Ampezzo come inizialmente previsto dal masterplan della candidatura.

«Solo due giorni fa il Governo ci ha informati che sta valutando l’opzione migliore e più sostenibile, ovvero non realizzare lo Sliding Center e spostare le gare in una sede già esistente e funzionante e di conseguenza Milano Cortina 2026 deve individuare un’altra sede fuori dall’Italia», ha evidenziato Malagò. Dal Governo al momento non sono arrivate comunicazioni, ma le dichiarazioni del presidente del Coni hanno già scatenato diverse reazioni. «Se saranno veramente le Olimpiadi di Milano e Cortina, e non solo di Milano, dovremo costruirlo da qui in avanti. Con un’attenzione particolar non solo alle gare sportive, ma all’eredità dei Giochi sul territorio, a cominciare dalle varianti e dalle opere infrastrutturali indispensabili al territorio», afferma il presidente della Provincia di Belluno, Roberto Padrin.

«La pista da bob di Cortina è sempre stata nel dossier olimpico, fin dall’inizio, fin dalla presentazione della candidatura», prosegue. «Il problema del forte aumento dei costi e soprattutto dell’assottigliarsi dei tempi tecnici per la realizzazione ha inevitabilmente indirizzato le scelte, ma la decisione finale è quanto mai intempestiva: giunge fuori tempo massimo e rischia di stravolgere completamente quello che era il progetto iniziale di Milano-Cortina 2026, sostenuto e finanziato dal Governo, dalle Regioni coinvolte e dal sistema Paese. Non vorrei che l’aver abbandonato la pista ampezzana solo adesso, dopo lunghi mesi in cui era emersa in maniera piuttosto chiara la direzione che era stata imboccata, possa diventare un modo per dimenticarsi del territorio bellunese e lasciare solo il nome di Cortina sulle Olimpiadi».

«L’intera vicenda, se si può cogliere un insegnamento, deve farci riflettere», aggiunge. «Il clima di contrapposizione totale che si è creato sulla pista da bob – pur a fronte di giustificate motivazioni sia nella contrarietà a fronte di costi di realizzazione e gestione futura, sia nelle motivazioni a favore della riqualificazione della dismessa pista esistente – è stato disgregante e distruttivo. Nella gestione di un grande evento – come anche nella gestione di un territorio o di opere pubbliche – non ci può essere spazio per divisioni manichee che non permettono un’analisi sana, corretta e costruttiva dei costi e dei benefici».

«La notizia della retromarcia del Governo sulla pista da bob a Cortina non ci sorprende e, allo stato attuale delle cose, era perfino auspicabile», dice Alessandro Del Bianco, segretario provinciale del Pd Belluno Dolomiti. «Ormai la situazione era allo sbando: costi schizzati alle stelle, gare deserte, enorme impatto ambientale e ritardi clamorosi per non parlare della totale incertezza sui costi di gestione. Tutte cose che, peraltro, avevamo già messo in evidenza nell’odg approvato in Provincia. Di contro non possiamo che rimanere esterrefatti per l’incapacità del Governo e della Regione Veneto (in particolare del presidente Zaia), fino a ieri strenui sostenitori della costruzione della pista da bob, di gestire la situazione. La figuraccia internazionale è sotto gli occhi di tutti. Con oggi siamo arrivati al capolinea: è stato dichiarato al mondo il fallimento del progetto contenuto nel dossier olimpico Milano-Cortina 2026. In un paese normale dovrebbero esserci serie assunzioni di responsabilità».

«Se la situazione non fosse tragica, farebbe quasi sorridere leggere quanto – giustamente – emerge dal Cio», continua Del Bianco. «Il Comitato Olimpico sarebbe infatti favorevole al riutilizzo di impianti esistenti e avrebbe definito “responsabile” la decisione del Governo. E pensare che, fino a qualche tempo fa, per Zaia e per molti altri sostenitori della pista, era indispensabile realizzare l’opera proprio perchè, a detta loro, era il Cio a chiederlo. Seguiremo con apprensione il dibattito nei prossimi giorni, anche per capire cosa sarà del villaggio olimpico. Ora non c’è più nemmeno la scusa per dire che l’ex colonia Eni a Borca sarebbe troppo piccola».

Lorraine Berton, presidente di Confindustria Belluno Dolomiti, afferma: «Non possiamo nascondere delusione e amarezza per un obiettivo non raggiunto: ci troviamo di fronte a un progetto fallito, a una scommessa persa. La pista da bob era un tassello importante per la completa riuscita dell’evento olimpico a Cortina. Ora non possiamo permetterci altri passi falsi, soprattutto sul fronte delle infrastrutture. Mancano poco più di due anni ai Giochi e occorre accelerare su tutti i fronti, lasciando da parte logiche che nulla hanno a che vedere con la sfida olimpica. In ballo c’è molto di più che un singolo evento: ci sono la credibilità di un Paese e la capacità di un intero sistema di programmare il proprio futuro. Anche per questo, mi chiedo se siano state valutate tutte le conseguenze, non solo economiche, di una decisione che, speriamo, non sia ancora definitiva. Mi auguro davvero che, in una partita così delicata e strategica, nulla sia stato lasciato intentato: in caso contrario, si deve avere il coraggio di ritornare sui propri passi, nell’interesse di Cortina, del Veneto e dell’Italia».

«Come imprenditori bellunesi, rimaniamo però concentrati sull’obiettivo: fare in modo che le Olimpiadi siano il mezzo per garantire un futuro sostenibile al territorio, rendendolo più attrattivo verso l’esterno. Abbiamo il dovere morale di crederci, l’opportunità di ospitare una Olimpiade resta storica», conclude. «In tal senso, il ruolo delle infrastrutture deve rimanere strategico. Chiediamo a tutti i livelli istituzionali e ai soggetti che si stanno occupando delle Olimpiadi di aprire un dialogo ancora più forte con il mondo dell’impresa per individuare priorità e linee di intervento sostenibili, anche dal punto di vista economico. Come sempre, siamo disposti a fare la nostra parte con la massima operatività».

«Ora che il progetto della pista da bob è definitivamente fallito, serve una grande risposta corale da parte di tutti per evitare che queste Olimpiadi si riducano all’utilizzo del brand Cortina senza una vera progettualità di largo respiro». Così il segretario generale Cisl Belluno Treviso Massimiliano Paglini. «Adesso però vanno confermati gli impegni di investimento di risorse sul territorio in vista delle Olimpiadi, a partire da quelli destinati alle infrastrutture e alla rete viaria e più in generale alla mobilità e ricettività del territorio, ma anche mettendo in campo in maniera decisa il recupero dell’ex villaggio Eni di Borca di Cadore: non trasformiamo il fallimento della pista da bob in una mancata occasione di rilancio e rigenerazione per tutto il territorio».


1 commento

  • Per il villaggio olimpico a Borca la Provincia si è dapprima dichiarata favorevole, poi -durante il Convegno di geologi ed ingegneri per il 60mo del Vajont-, nettamente contraria. Ma sa cosa vuole?

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