Sabato prossimo, 4 novembre, alle 19 nella Chiesa Arcipretale di Longarone, verrà ospitato uno straordinario «Requiem», moderno, dal titolo «Quietam post diluvium» nel quale il diluvio è una metafora complessa che rappresenta la fine di un mondo e la nascita di uno nuovo.
Nel 1963 un’onda mai vista prima fatta uscire dal Bacino del Vajont e causata da una grandissima frana, a sua volta causata dall’uomo, coincideva con l’improvvisa e devastante fine del mondo antico, contadino, per via di un folle progetto distruttivo. Oggi il diluvio rappresenta l’onda devastante della standardizzazione dell’esistenza, dell’oppressione dei diktat sociali, della mondializzazione che banalizza le specificità culturali e rende sospette le memorie collettive.
«In questo periodo di turbamenti in cui ogni giorno dilaga un nuovo diluvio, le nostre culture e le nostre memorie sono comparabili a quei vecchi che hanno lottato contro una sparizione inevitabile» si legge nella presentazione diffusa dalla Fondazione Vajont.
Una voce narrante, quella dell’attore e regista Luciano Roman, un coro polifonico di spessore, quale la Corale Polifonica di Montereale Valcellina diretta dal maestro concertatore Maurizio Baldin, accompagnati da cinque musicisti affermati: Giulia Di Bon flauto, Alarico Lenti fagotto, Roberto Del Ben tromba, Manuel Verardo chitarra elettrica e Arno Barzan organo, sapranno coinvolgere il pubblico, longaronese e non solo, con un concerto di alto spessore.
Pavel Kudelàsek è uno dei massimi esponenti della musica classica della Repubblica Ceca. Nel 1990 ha fondato il Dipartimento di violino presso il Conservatorio di Ceske Budejovice, dal 1993 è professore di violino al Conservatorio di Praga. Si dedica alle esecuzioni come solista e alla musica da camera. Il «Requiem», composto nel 2007, si rifà alla tradizione della Messa per i defunti.
Il nuovo grande evento nella Chiesa del Michelucci renderà ulteriore omaggio alle Vittime del disastro del Vajont e a quelle della Grande Guerra nella ricorrenza del 4 Novembre, 650.000 gli italiani caduti sul campo di battaglia, ricordando l’armistizio sottoscritto con l’impero austro-ungarico che rese possibile riunire l’Italia sotto il tricolore.
L’accesso al concerto è gratuito ma è opportuna la prenotazione telefonica ai seguenti numeri indicati dalla Fondazione Vajont, organizzatrice dell’evento: da martedì a venerdì ore 9-12 e pomeriggio ore 14-18: 338 7732451, 349 8127549.
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