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giovedì 9 Maggio 2024,

È morto don Lorenzo Dell’Andrea

Il ricordo di un prete pienamente inserito nel mondo delle comunicazioni, nelle quali seppe intuire e anticipare le novità. Il funerale sarà celebrato in Cattedrale a Belluno lunedì 11 marzo alle ore 10.30.

È morto nella serata di mercoledì 6 marzo don Lorenzo Dell’Andrea, di anni 93. Ricoverato martedì sera a seguito di una caduta in casa, era stato dimesso e portato in Casa Padre Kolbe a Pedavena, nella speranza che potesse rimettersi. Invece ieri sera, poco prima delle 23.00, si è conclusa la sua intraprendente vicenda terrena.

Era nato a Selva di Cadore il 15 dicembre 1930 da Grazioso e Rachele Zampolli. Intrapreso il percorso seminaristico, venne ordinato presbitero a Santa Giustina il 2 luglio 1954: era quindi prossimo al suo 70° anniversario di sacerdozio.

Avviato agli studi classici, si laureò in lettere antiche (1954-1959). Divenne amministratore del Seminario (1959-1962) e mansionario della Cattedrale (1962-1973); dal 1973 al 1985 fu canonico della Cattedrale. Nel contempo fu esigente e apprezzato insegnante di latino nel liceo classico del Seminario (1954-1987) e, dal 1954 fin quasi alla fine del secolo scorso, iniziatore degli studenti di teologia ai segreti delle comunicazioni sociali.

Fu il fondatore del CSI Centro Sportivo Italiano a Belluno e poi suo consulente ecclesiastico dal 1955 al 1962. Insegnante di religione all’istituto Calvi, apprese dai colleghi quelle nozioni di ragioneria, che lo resero abile amministratore; dagli stessi ottenne anche nozioni di stenografia, che usò fino agli ultimi giorni per prendere appunti velocemente.

Rimane di lui l’immagine di un grande “condottiero”: fu presidente dell’Unitalsi e dell’Opera diocesana Pellegrinaggi (1962-1986), consulente ecclesiastico del CTG (1962-1974); guidò innumerevoli pellegrinaggi, soprattutto in Terra Santa e a Lourdes. Per trent’anni diresse il settimanale L’Amico del Popolo (1962-1992); nel 1966 è stato tra i fondatori della Fisc, Federazione Italiana Settimanali Cattolici. Nel 1976 avviò come primo direttore Radio Piave, la più antica tra le radio della provincia ancora in attività. Nel 1995 rilevò le quote di Telebelluno e ridiede vita a un’emittente locale, di cui ai convegni nazionali degli addetti alla comunicazione sociale nella Chiesa, si parla tutt’ora come di un successo bellunese. Nel 2016 gli venne conferito dall’Ordine dei giornalisti del Veneto il premio alla carriera. Attualmente era il decano dei giornalisti bellunesi.

Artefice della ristrutturazione del Centro Giovanni XXIII e guida dall’Opera diocesana San Martino Vescovo (2001-2014), fu responsabile e poi amministratore delegato della Tipografia Piave dal 1962 al 2013 e amministratore unico della Plavis viaggi (1981-2013).

Ne viene il ritratto di un prete che amava indossare la cravatta, perché voleva portare la sua convinzione di fede in ogni ambiente, anche laddove l’abito clericale poteva erigere muri di diffidenza. Seppe sempre tenersi aggiornato, intuendo le novità che portavano la comunicazione mediatica dai caratteri mobili della linotype alle nuove tecnologie dell’informatica e del web.

Lascia di sé un grande ricordo per quanto ha realizzato, ma anche per il suo «animo sacerdotale e di una nascosta umanità», come riferisce un confratello. La Chiesa di Belluno-Feltre lo affida al Signore con riconoscenza.

I funerali saranno celebrati in Cattedrale a Belluno lunedì 11 marzo alle ore 10.30; la salma verrà poi tumulata nel cimitero di Prade, nella cappella dei canonici. Chi lo desidera, potrà onorare la salma nel pomeriggio di domenica 10 marzo, dalle ore 15.00 alle ore 18.00, nella chiesa di San Pietro, presso il Seminario di Belluno.

Attestati di riconoscenza e ricordi sono presto giunti da varie istituzioni e personalità.

Il presidente della Regione del Veneto, Luca Zaia, ha ricordato don Lorenzo con queste parole: «Ha saputo concretizzare la visione di unire le comunità delle nostre Terre Alte con un’informazione puntuale che partisse dal quel sentimento religioso che è uno dei caratteri più identitari delle nostre Dolomiti; questo in anni non così vicini quando le distanze tra una valle e l’altra, nelle aree alpine, erano ancora un ostacolo. In don Lorenzo Dell’Andrea, il carattere del sacerdote, dell’insegnante e del giornalista si sono fusi nella missione di un uomo di chiesa, innamorato della sua terra. Riunite insieme tutte le iniziative e i progetti di valore religioso, editoriale e sociale che lo hanno visto protagonista in una lunga vita, di lui rimarrà questo ricordo. Ora che è mancato, esprimo il cordoglio della Regione del Veneto e la mia vicinanza a quelli, tanti, che gli hanno voluto bene».

Il presidente della Provincia di Belluno, Roberto Padrin, in una nota di cordoglio, così ricorda don Lorenzo: «Pastore attento al territorio, giornalista e informatore equilibrato, grande appassionato delle tradizioni locali. Il Bellunese perde una figura importante che ha dato tanto alle nostre comunità. Ha segnato profondamente il mondo dell’informazione locale e si è impegnato a lungo nella tutela e nella trasmissione delle tradizioni ladine. Ai suoi famigliari e a tutti coloro che hanno apprezzato il suo lavoro attento e accurato l’abbraccio mio e dell’intero consiglio provinciale».

Anche Lorraine Berton, presidente di Confindustria Belluno Dolomiti, esprime il proprio cordoglio, quello del Consiglio di Presidenza e dell’intera Associazione per la scomparsa di don Lorenzo: «Con don Lorenzo Dell’Andrea se ne va un punto di riferimento per il Bellunese, autorevole e appassionato. Ha dato voce a un territorio spesso inascoltato: gli dobbiamo essere grati per tutto quello che è riuscito a fare. Ci mancherà moltissimo. La nostra Associazione si stringe al lutto della Diocesi di Belluno-Feltre e abbraccia, in particolare, gli amici di Telebelluno, la sua grande famiglia, il progetto nel quale ha creduto per decenni, con abnegazione e lungimiranza. Don Lorenzo amava la sua montagna incondizionatamente e lo trasmetteva nella sua concezione di televisione e comunicazione, sempre protesa a raccontare il territorio in termini propositivi ma franchi. È stato un interprete autentico della nostra provincia, determinato e concreto – prosegue Berton – Ha sempre dato voce alle tante anime del Bellunese, raccontando il grande cuore delle sue vallate e delle sue terre alte. Mondo delle Istituzioni e società civile, impresa e terzo settore, scuola e chiesa, hanno trovato in don Lorenzo un interlocutore fine e aperto al confronto. Don Lorenzo ha capito prima di altri la necessità di fare rete, di valorizzare le differenze promuovendo l’unità del territorio. La sua lezione dovrà continuare a ispirare tutti noi».

Oscar De Bona, presidente dell’Associazione Bellunesi nel Mondo, si rende partecipe dicendo: «Siamo addolorati per la morte di don Lorenzo Dell’Andrea. È stata una figura importante non solo per la Chiesa locale, ma anche per l’intero territorio bellunese attraverso la sua straordinaria opera di comunicatore con Telebelluno, L’Amico del Popolo e Radiopiave. Da sempre vicino all’Associazione Bellunesi nel Mondo, sia a titolo personale che professionale, ha dato spazio e voce ai nostri emigranti di ieri e di oggi. Gli siamo grati per quanto ha fatto in oltre mezzo secolo di attività e non mancheremo di ricordarlo». Parole di cordoglio giungono anche dai presidenti onorari Abm: «Don Lorenzo ha caratterizzato un’epoca, riuscendo ad unire il profondo rispetto per i valori più autentici del cristianesimo ed una visione moderna dei rapporti sia sotto il profilo imprenditoriale sia sotto il profilo delle relazioni umane: Belluno perde un grande sacerdote, ma soprattutto una grande persona», il pensiero di Maurizio Paniz. «Lo avevo conosciuto per la prima volta da cappellano a Longarone, ma gli sarò sempre grato per lo spazio e l’approfondimento che riservava alla nostra Associazione mediante “L’Amico del popolo” e “Telebelluno”. Era una persona aperta, capace e moderna con un forte attaccamento alla sua terra natia, Selva di Cadore», il pensiero di Gioachino Bratti.

«Ci ha lasciato un amico del Sindacato. Un grande amico, discreto e fidato. Ogni inizio anno la lettera con cui accompagnava il rinnovo della quota era un appuntamento gradito. Un saluto caro e una esortazione all’impegno “nel nostro mondo giornalistico, nel quale vedo crescere le difficoltà, a mantenere la professione libera e ancorata a solidi principi, anche etici”». Così scrive il Sindacato Giornalisti del Veneto, definendo don Lorenzo un «giornalista-sacerdote attento alla comunicazione sociale e all’impegno sindacale», «che ha saputo stare al passo con i tempi; non per niente aveva “ri-fondato” l’emittente televisiva Telebelluno, dandole una forte spinta verso l’informazione». «Forse proprio gli studi di filologia avevano formato il suo modo di lavorare anche nel giornalismo, sempre attento a verificare le fonti, equilibrato nel dare le notizie, accurato e preciso», si legge nella nota del Sindacato, che «esprime cordoglio e vicinanza a tutti coloro che hanno conosciuto l’uomo Lorenzo Dell’Andrea, il sacerdote e il giornalista».

Anche l’Ordine dei Giornalisti del Veneto, tramite il suo presidente Giuliano Giuseppe Gargano, ha ricordato la figura di don Lorenzo Dell’Andrea, giornalista pubblicista dal 1962, professionista dal 1984, indicandolo come «pioniere del giornalismo radio-televisivo in un’area geografica, quella del Bellunese, ricca di valli e di montagne e quindi particolarmente difficile anche sotto il profilo tecnico e infrastrutturale», nonché direttore responsabile del settimanale diocesano che «sotto la sua direzione è diventato un giornale di informazione generale, pur tenendo ferma la propria vocazione di voce cattolica, raggiungendo e servendo un più vasto pubblico ancora lontano dalla stampa quotidiana».

2 commenti

  • Don Lorenzo, che noi a Selva chiamavamo prè Laurenz, è stato anche l’artefice della creazione dell’associazione “Union Ladign da Selva”. Amava enormemente la sua terra e la sua cultura ladina a cui dedicò molte pubblicazioni tra cui “La laicità di Selva di Cadore e gli Statuti comunali”, “il Vocabolario Italiano-Ladino di Selva di Cadore”, “Selva di Cadore com’era” per citarne solo alcuni. Diffondeva con passione l’importanza delle “radici” e della storia del passato della nostra terra dolomitica, i cui valori devono sempre essere di esempio e di ispirazione in ogni momento della vita.
    A me personalmente ha insegnato molte cose di cui gliene sarò sempre grata.
    Ve salude, prè Laurenz.
    Laura Selva di Cadore

  • Come ex alunno del Liceo Classico Lollino,a Lui va la mia immensa gratitudine. Un insegnante dotato di altissimo profilo didattico e soprattutto umano. Ha saputo trasmettere i valori fondamentali della Vita attraverso l’insegnamento del latino con una visione modernissima,tanto che aveva creato un dizionario italiano-latino con i termini moderni che si utilizzano ai nostri tempi,come ad esempio la televisione,una delle sue innumerevoli passioni. Grazie Mons.Lorenzo.
    Edmondo-Belluno

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