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giovedì 9 Maggio 2024,

Avanza in Parlamento l’ipotesi di togliere il “numero chiuso” a Medicina

Zaia: «Era ora: i grandi chirurghi e i medici si selezionano durante l’iter degli studi»

Il Senato della Repubblica, in Commissione, ha adottato un testo base che prevede il superamento del sistema del “numero chiuso” per l’accesso agli studi universitari di Medicina in Italia. È solo l’inizio di un percorso in Parlamento che potrebbe essere lungo e non approdare a risultato, ma il presidente della Regione del Veneto Luca Zaia ha subito commentato favorevolmente questo primo passo.

«Era ora: i grandi chirurghi e i medici si selezionano durante l’iter degli studi e poi si confrontano in sala operatoria e in corsia. Non certo con un assurdo sbarramento iniziale con test a crocette» ha detto Zaia. «Quanti validi professionisti della sanità avremmo potuto avere nei nostri ospedali, senza il test di ingresso a medicina? Ci troviamo invece con una carenza di 50mila medici in Italia e 3.500 in Veneto, per scelte sbagliate calate dall’alto a livello nazionale in passato. Sono anni che, di fronte alle difficoltà di reperimento di medici e alla diminuzione dei giovani che vogliono intraprendere questa difficile professione, chiedo un ampliamento della base di reclutamento che non può che passare attraverso un più facile accesso alla facoltà di Medicina, senza stroncare in partenza sogni e vocazioni tramite quiz. Era davvero ora che arrivasse un cambio di passo: bene la decisione del Comitato Ristretto della Commissione Istruzione del Senato di approvare praticamente all’unanimità il testo base con il quale dire basta al numero chiuso in medicina».

La sanità, lo ricordiamo, è organizzata su base regionale e per questo la voce del presidente del Veneto assume particolare significato: «Ho sempre sostenuto che il merito, da valutare a un certo punto del percorso accademico, è la via giusta per creare una ragionevole selezione. A che punto farlo è ovviamente compito del legislatore nazionale. Così si otterrà che ad andare avanti siano sempre i migliori, più determinati e più avvezzi alla professione, ma la selezione partirà da una larga base, che è anche sinonimo di democrazia, perché a tutti viene data una chance di dimostrare il proprio valore. La crisi dei camici bianchi l’Italia la sta vivendo adesso ma cominciare a costruire un futuro diverso, come in questo caso, è estremamente importante».

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