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giovedì 9 Maggio 2024,

Sicurezza sul lavoro, nel Bellunese il 30% delle imprese non è in regola

Infortuni sul lavoro diminuiti nel 2023. Le malattie professionali più diffuse sono quelle di carattere muscolo-scheletrico. Nella foto il direttore dello Spisal, Gianfranco Albertin (a destra), il commissario dell’Ulss Dolomiti, Giuseppe Dal Ben (al centro) e il direttore del Dipartimento di prevenzione Sandro Cinquetti.

In occasione della «Giornata internazionale della salute e della sicurezza sul lavoro», che si celebra il 28 ottobre, l’Ulss Dolomiti ha fatto il punto su queste tematiche a livello provinciale, nella consapevolezza – ha sottolineato il commissario Giuseppe Dal Ben – che salute e sicurezza sono un diritto fondamentale dei lavoratori e che è necessario parlarne e fare la giusta prevenzione perché tutti siano sensibilizzati e anche preparati ad affrontare al meglio questi temi.

La descrizione della situazione è stata poi affidata al medico del lavoro Gianfranco Albertin che da quattro anni è direttore dello Spisal, uno dei servizi costitutivi del Dipartimento di prevenzione dell’Ulss che si occupa degli infortuni e delle malattie correlate al lavoro e del miglioramento del benessere dei lavoratori tramite attività di formazione, assistenza e vigilanza.

Tra il 2017 e il 2022 in Italia gli infortuni sul lavoro che sono stati denunciati (esclusi quelli che si sono verificati andando o tornando dal lavoro) sono stati tra i 500 e i 600 mila l’anno, facendo registrare un calo interessante di oltre 10 punti percentuali nel 2023 quando gli infortuni a livello nazionale sono stati 491.165. Nello stesso periodo 2017-2022 gli infortuni mortali in Italia sono stati tra gli 800 e i 900 all’anno, eccetto che nel 2020 e nel 2021 (gli anni del Covid) quando hanno superato i 1.400 e i 1.100 casi.

Per quanto riguarda la provincia di Belluno, detto che vi operano 18.295 aziende e 70.939 addetti, gli infortuni sul lavoro denunciati tra il 2017 e il 2022 sono stati tra i 2.500 e i 3.000 l’anno e, anche in questo caso, il dato del 2023 ha registrato un calo notevole, di oltre il 20 per cento, rispetto a quello dell’anno precedente: 2.343 contro 2.930.
Sempre in provincia di Belluno, dal 2017 al 2023 gli infortuni mortali sul lavoro sono stati 22, con una media di poco più di 3 all’anno.

Per quanto concerne invece le malattie professionali, negli ultimi vent’anni i casi oscillano tra i 280 e i 180 all’anno con l’eccezione del 2014 quando ne sono state contate 160 e del 2020 e 2021 quando ne sono state conteggiate 140. Le malattie più diffuse sono quelle muscolo-scheletriche (l’80% del totale), mentre si sono ridotti fortemente i casi di problemi all’udito grazie al miglioramento delle macchine (oggi più silenziose di un tempo) e anche alla diffusione dell’utilizzo di cuffie e altri presidi contro il rumore.

Dopo aver tracciato questo quadro generale, il direttore dello Spisal ha sottolineato che è ricomparsa la silicosi, una malattia che la provincia conosce bene perché ne erano colpiti molti emigranti che lavoravano in miniera o in galleria. Oggi interessa invece le aziende che producono marmi artificiali utilizzando quantità elevate di silicio. In provincia di Belluno le aziende che trattano il marmo sono 23 e lo Spisal ha avviato un’indagine per capire quante possono essere interessate da questo problema.

Oltre che sulla vigilanza, lo Spisal è sempre più impegnato anche sul fronte della formazione, dando vita a numerosi eventi di approfondimento che coinvolgono i lavoratori ma anche gli studenti, e pure sul piano della prevenzione tramite la predisposizione di Piani mirati che prevedono una valutazione approfondita dei rischi delle lavorazioni e l’indicazione delle soluzioni idonee per garantire ambienti, attrezzature e modalità di lavoro rispettosi della salute e della sicurezza dei lavoratori. Piani mirati che nella loro predisposizione vedono il coinvolgimento anche delle parti sociali oltre che delle aziende.

Va comunque segnalato che, anche dopo l’assistenza e la formazione mirata, circa il 30% delle aziende non risulta a norma, un numero elevato che impone certamente qualche riflessione, anche se normalmente la percentuale degli infortuni sul lavoro in provincia di Belluno è più bassa rispetto al resto del Veneto.

La causa principale degli infortuni è dovuta all’inadeguatezza di macchinari e attrezzatura, la seconda dipende da una carente valutazione dei rischi, la terza da una mancata informazione e prevenzione. Per questo lo Spisal, con i soldi derivati dalle sanzioni (146 mila euro negli anni 2018 e 2019) ha attivato vari progetti di prevenzione: con l’Appia contro i disturbi muscolo-scheletrici, con la Confcommercio per le strutture ricettive periferiche del settore turistico per insegnare manovre salvavita e utilizzo del defibrillatore, con la Scuola edile di Sedico per l’uso dei dispositivi di protezione contro le cadute dall’alto, con Confartigianato per favorire il benessere del singolo e dell’azienda, con Confindustria per la realizzazione di video sulla sicurezza sul lavoro, con le scuole per la rappresentazione di uno spettacolo sulla sicurezza, con il Consorzio artigiano tutela ambiente per un software che aiuti a gestire online i temi della sicurezza, con i sindacati per verificare le condizioni di stress lavoro correlato nel comparto della grande distribuzione.

Normalmente in Veneto il settore in cui si verifica il maggior numero di infortuni sul lavoro è quello agricolo e forestale. Dal momento che in provincia di Belluno i lavori boschivi sono molto diffusi (e l’unico incidente mortale sul lavoro di questo 2024 si è verificato proprio in questo ambito in Val Visdende) in Prefettura di Belluno sarà di prossima convocazione un tavolo dedicato proprio a questo settore con il coinvolgimento anche dei Comuni.

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