Coldiretti ha indetto le assemblee in tutte le province in una data unica a livello nazionale: martedì 30 aprile. Un giorno in cui tutte le 96 federazioni provinciali, dal Nord al Sud d’Italia, riuniranno i soci agricoltori per celebrare gli 80 anni di storia dell’associazione e per ribadire l’#orgogliocoldiretti, ricordando le grandi battaglie, i risultati ottenuti e tracciare il cammino per il futuro, a partire dalle priorità urgenti per il mondo agricolo e l’autentico “Made in Italy”.
Saranno presenti tanti imprenditori agricoli di ogni età, tra i quali numerosi giovani e donne, impegnati ogni giorno in un settore chiave per l’economia, ma alle prese con non poche emergenze. L’ obiettivo principale è quello di garantire il giusto reddito ai produttori e dignità al loro lavoro. «Da oltre vent’anni ci battiamo per la trasparenza e la tracciabilità dei prodotti agroalimentari – spiega Carlo Salvan, presidente di Coldiretti Veneto – per garantire ai consumatori cibo genuino e autentico. Il vero “Made in Italy” alimentare lo facciamo noi con quella parte dell’agro-industria e della distribuzione che non si piega al prezzo più basso, ma valorizza con noi il lavoro di migliaia di imprenditori».
«Queste assemblee – continua Salvan – saranno occasione per rilanciare l’abolizione del codice doganale, che consente a materie prime estere di diventare prodotti italiani, e per portare all’attenzione di tutti i soci le iniziative in corso che Coldiretti porta avanti per fermare le importazioni sleali e dare dignità al lavoro degli agricoltori. Dopo il presidio al Brennero continueremo a controllare il cibo che passa le nostre frontiere, anche dai porti. Intanto con l’appoggio dei cittadini consumatori stiamo raccogliendo un milione di firme a sostegno della nostra proposta di legge europea per difendere il vero “Made in Italy” 100%, a vantaggio dell’agricoltura italiana e della salute dei cittadini».
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2 commenti
Francesco Facchinato
Non solo tracciamento dei prodotti per avere la garanzia della qualità ma anche aumento dei prezzi ai produttori e riduzione delle ricariche ai grossisti e ai dettaglianti.
Per favorire i primi ma anche i consumatori .
Non dovrebbe succedere che un prodotto viene pagato 0.2 euro al produttore e costare 1.5-2.5 euro al consumatore.
E questo anche con i prodotti italiani tracciati.
Basta coltivatori in panda e grossisti in maserati.
Daniele
Beh, sinceramente di agricoltori in panda se ne vedono ben pochi. Con tutto il rispetto, ma oggigiorno sono più ricchi i contadini che gli operai…. E tutti con trattoroni e macchinari nuovi fiammanti di ultima generazione, dai quali non scendono neanche a pagarli. Forca e restel questi sconosciuti.