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domenica 19 Maggio 2024,

Un’altra aggressione in carcere: lesione al timpano per un agente

I fatti risalgono a sabato scorso. La denuncia arriva dalla segreteria nazionale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria

Un altro episodio di violenza nel carcere di Belluno. E, ancora una volta, a pagarne le conseguenze sono alcuni dei poliziotti in servizio e parte degli arredi interni alla struttura. A darne notizia è Giovanni Vona, segretario nazionale per il Triveneto del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria: «Sabato scorso, un detenuto nordafricano che stazionava di fronte il cancello della rotonda del carcere rifiutava di rientrare in cella (ristretto a regime ordinario) con la pretesa di parlare con il preposto di Polizia Penitenziaria. C’è però un antefatto: lo stesso detenuto si era reso protagonista di un grave fatto già a inizio mese, quando chiese all’agente di Sezione di potersi recare nel locale barberia fuori dall’orario consentito, ma gli venne ovviamente negato e per questo, di fronte alla sua reazione verbale violenta, fu rapportato disciplinarmente. Tornando a sabato, al rifiuto di rientrare in cella da parte dell’agente, il detenuto lo ha riconosciuto come colui che lo ha rapportato disciplinarmente e, ancora risentito, lo ha offeso e minacciato per poi, del tutto inaspettatamente, tirargli uno schiaffo sull’orecchio sinistro. Il collega è poi andato in infermeria perché perdeva sangue dell’orecchio. Dall’infermieria è stato mandato in ospedale, dove gli hanno diagnosticato la lesione del timpano, con venti giorni di prognosi». «Sono stati momenti ad altissima tensione», conclude il sindacalista, che rivolge la vicinanza e la solidasrietà del Sindacato.

«La violenza e la tensione vissuta dai poliziotti in servizio nel carcere di Belluno sono gravissime: è inaccettabile che un agente di Polizia Penitenziaria debba rischiare ogni giorno la propria incolumità ed essere soggetto ad aggressioni e violenze solamente perché rappresenta lo Stato in un contesto nel quale la frangia violenta dei detenuti non ha alcuna remora a creare disordini, sommosse, eventi critici», denuncia il segretario generale del Sappe Donato Capece. «Senza dubbio è del tutto evidente che nelle carceri della nazione, e del Triveneto in particolare, serve la presenza dello Stato, che non può tollerare questa diffusa impunità, e servono provvedimenti urgenti ed efficaci». Capece rinnova l’appello ai vertici del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria affinchè creino le condizioni DAper ristabilire ordine e sicurezza, attuando davvero quella tolleranza zero verso quei detenuti violenti che, anche in carcere, sono convinti di poter continuare a delinquere nella impunità assoluta».

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