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domenica 7 Dicembre 2025,

I cani e la dittatura; la tartaruga con il carapace rotto

La mostra al museo Burel sarà aperta al pubblico fino al 10 agosto

Sabato 28 giugno alle 18 è stata aperta al pubblico la mostra Masquerade. Beatrice Marchi al Museo d’Arte Contemporanea Burel, situato in via Mezzaterra 49 a Belluno.

La mostra, realizzata con il sostegno degli Amici del Museo Burel e di Banca Prealpi Sanbiagio, è aperta al pubblico il sabato dalle 10 alle 12 e dalle 16 alle 20 e la domenica dalle 16 alle 20 e si concluderà il 10 agosto.

«Il tema è proprio questa parata di esseri, di maschere,  di figure; in un momento in cui la nostra libertà di essere come vogliamo sembra essersi ridotta, l’arte risponde invece mostrando tantissime possibilità di manifestazione differenti», afferma la curatrice del museo Daniela Zangrando, che aveva inaugurato il ciclo Masquerade a marzo con una performance collettiva e  immersiva.

Il ciclo proseguirà con altri artisti che perseguono tutti un obiettivo comune, quello di far conoscere l’arte contemporanea a cui, come afferma Zangrando, «non siamo più così abituati al giorno d’oggi».

I temi simbolo di questa mostra, dal tratto psicologico-sociale, spaziano dal disagio collettivo alla riflessione personale, con una costante nota di ironia e coincidono a pieno con lo stile e le tematiche trattate dalle opere dell’artista Beatrice Marchi, protagonista di questa esposizione.

Infatti Marchi, nata a Gallarate nel 1986 e attualmente risiedente a Berlino, dove ha uno studio, si muove con la sua arte tra disegno, pittura, animazione, scultura, fino ad arrivare alla performance di gruppo. L’artista mette in scena, in ambientazioni paradossali ed estranee al mondo, dei soggetti, spesso  animali parlanti o maschere, alla continua ricerca di una propria identità, che fungono da alter-ego non solo della stessa artista, ma anche, in un  certo senso, di ognuno di noi. Partendo solitamente da una riflessione introspettiva e personale, Marchi è capace di dare vita a opere di difficile lettura per il pubblico che tendono a nascondere al loro interno tematiche sociali ed esistenziali. Nonostante siano aperte a più interpretazioni, permane una presenza costante di ambiguità e inquietudine, scaturite dalle tante possibilità degli esseri.

When we will meet again (2024) è la prima delle due opere esposte nella mostra. È un video inedito, che vede una famiglia di cani, scollegata da qualsiasi contesto sociale, confrontarsi in un ambiente segnato solo dal ritmo naturale del mare. I temi presentati al suo interno sono ad esempio la vita oppressa dalla dittatura, la violenza domestica e l’intimità del dialogo che può essere  «sia  tra cani sia tra persone», afferma la curatrice, «persone che hanno subito una violenza, o che arrivano da una guerra a seguito di un “padrone”» .

When Katie Fox met the Evil Turtle (2022), l’altra opera esposta al museo, è un video-performance in cui i disegni dell’artista, trasformati in animazioni, interagiscono con lei in un’ambientazione logora e paradossale che rispecchia perfettamente la natura della protagonista,  per dare vita a uno dei vari alter-ego di Beatrice: Katie Fox. Quest’opera ci illustra come un unico evento, o, per quanto riguarda la tartaruga, un incidente, possa cambiare radicalmente un essere vivente. Nel caso di Katie Fox, la natura malvagia che la sua figura impersona, rappresentata, non a caso, da una maschera grottesca e allo stesso tempo deforme e ridicola, finisce per ribellarsi contro di lei. Le colpe della protagonista sono personificate nella tartaruga Ciuffa, a cui è stato rotto il carapace e che, per questo motivo, cerca di vendicarsi sulla nostra Katie. Quest’ultima, perseguitata da una sensazione di colpevolezza,  si scopre ossessionata e innamorata del senso di colpa che la sua coscienza malata e malvagia prova. Il lavoro di Marchi è stato riconosciuto nel 2024 con il premio ArteVisione.

Per maggiori informazioni consultare il sito www.burel.org

Alessandro Cresta

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