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domenica 7 Dicembre 2025,

Scoppia un trasformatore a Ronce, difficoltà per i soccorsi

Gimmy Dal Farra (Belluno Alpina) chiede interventi sulla viabilità: «Non stiamo parlando di capricci, ma di sicurezza della popolazione e del territorio: quanto accaduto deve portare a una risposta rapida».

Un guasto elettrico ha riportato all’attenzione il tema, mai risolto, della viabilità nelle frazioni pedemontane del Bellunese. Nella mattinata di domenica 5 ottobre un trasformatore dell’Enel è esploso nel cortile delle ex scuole di Ronce, lasciando senza corrente diverse località per alcune ore.

L’incidente non ha provocato feriti, ma ha messo in evidenza le difficoltà di accesso ai piccoli centri montani in caso di emergenza. A sottolinearlo è stata Belluno Alpina, che attraverso il suo presidente, Gimmy Dal Farra, ha ribadito la necessità di un piano organico per la sicurezza e la manutenzione delle strade di montagna.

«L’intervento dei Vigili del Fuoco è stato tempestivo e incisivo come sempre», ha dichiarato Dal Farra, «ma decisiva è stata l’abilità dell’autista del mezzo. Ho potuto assistere in prima persona alle operazioni e alle difficoltà per giungere sul posto, dovute alle condizioni e alle dimensioni della strada: sono stati necessari grandi capacità, tanta pazienza e molto sangue freddo per compiere le tante manovre indispensabili ad arrivare a destinazione sfiorando ramaglie, rocce e guardrail. Fortunatamente, tutto si è concluso nel migliore dei modi».

Per l’associazione, l’episodio rappresenta un campanello d’allarme su una situazione che si ripete da tempo. «Quel che è certo» ha aggiunto Dal Farra «è che non è possibile sperare sempre nella buona sorte e nelle capacità dei soccorritori, che ad ogni intervento mettono a rischio la propria incolumità e la propria vita. Servono interventi di manutenzione, ma anche una progettualità che renda dignitosa l’accessibilità dei nostri borghi».

Il presidente ha poi rivolto un appello alle istituzioni, ricordando che la sicurezza degli abitati di montagna non può essere lasciata al caso: «Servono supporti, ma più in generale serve una politica che pensi anche ai territori sopra i 600 metri di quota. L’incidente di domenica e le difficoltà nei soccorsi non sono nuovi, e questa non sarà certo l’ultima volta. Non stiamo parlando di capricci, ma di sicurezza della popolazione e del territorio: quanto accaduto deve portare a una risposta rapida».

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