Sembra un’offerta commerciale: sei mesi fino al 2030, poi tre mesi all’anno, per sempre.
E invece no: è il programma delle chiusure sulla linea ferroviaria del Cadore che è emerso dal dialogo della sindaca di Pieve di Cadore Sindi Manushi con i tecnici di Rete ferroviaria italiana. Alessandro Del Bianco, segretario provinciale del Pd, aveva scoperto che i lavori che determinano la chiusura per mezzo anno (vanno avanti dal 2022) proseguiranno ben oltre le Olimpiadi; lei allora ha interpellato il titolare della ferrovia e ha scoperto che le prospettive sono ben altre.
Da qui, due richieste: concentrare i lavori in una sola chiusura e comunque ‘‘blindare’’ l’apertura della linea 12 mesi su 12 dal 2030 in poi.
Però Bortolo Mainardi, già commissario alle Grandi opere, non ha dubbi: i lavori di manutenzione sono solo palliativi, la linea è a rischio se non si collegherà con l’Austria.

«La linea Ponte nelle Alpi – Calalzo non dovrebbe rappresentare un mero collegamento locale fino alla stazione terminale, ma dovrebbe diventare il punto di partenza ferroviario che dal Cadore e le Dolomiti si connette alla rete ferroviaria in Austria, inserendo la tratta tra quelle prioritarie per uno sviluppo sostenibile della mobilità alpina», scrive l’architetto di Lorenzago di Cadore, con studio a Pieve. «Il futuro della linea è sempre più incerto. I cantieri annunciati per “migliorare” l’infrastruttura sono palliativi di ordinaria manutenzione, il rischio di una riduzione strutturale del servizio è latente. L’elettrificazione annunciata non serve, non porta benefici all’utente in quanto è il tracciato che determina i tempi e la velocità del treno, non il tipo di alimentazione. Solo i dati ufficiali sul numero di passeggeri potranno chiarire il reale e potenziale utilizzo della tratta e fornire basi oggettive per ogni conseguente decisione politica e industriale». (…)
«Quando è venuto fuori il discorso che la linea è a rischio, qualche settimana fa», spiega Del Bianco, «noi siamo andati ad approfondire tutte le carte e abbiamo scoperto che la linea sarebbe stata chiusa per 6 mesi all’anno anche nel 2026 e nel 2027, quindi ben dopo le Olimpiadi. (…). Se si chiude una linea per sei mesi fino al 2030, nel 2029 ci ritroveremo che nessuno prenderà più quel treno. E qualcuno allora dirà: nessuno usa questa linea, perché dobbiamo tenerla aperta?».
«Noi avremo una tratta 6 mesi all’anno chiusa, per poi arrivare forse dopo il 2030 ad averla chiusa soltanto per tre», ragiona la sindaca di Pieve di Cadore. Per tre mesi per quanti anni? «Per sempre. Perché, dicono, non è fattibile diversamente. La Regione ha dato indicazione di preservare i mesi più turistici e così ha di fatto operato una scelta per il territorio senza però neanche interpellarlo: nessuno è venuto a chiedere (almeno a me non è successo) in quali periodi dell’anno preferivo chiudere. Hanno deciso che quel treno lì prenda di fatto un connotato turistico e smetta, alla lunga, di offrire un servizio ai residenti». «In termini generali è una buona notizia che ci siano delle manutenzioni perché vuol dire che non si vuol far morire la tratta, benissimo. Però io non riesco a concepire che tra tutte le Alpi d’Europa noi siamo praticamente gli unici a dover chiudere per tre mesi la tratta da qui a sempre». (…)
Sul numero 41 dell’Amico del Popolo “di carta” del 9 ottobre, in distribuzione questa settimana (su abbonamento, in edizione digitale e in edicola), puoi leggere per intero l’opinione di Bortolo Mainardi e le interviste a Sindi Manuschi e Alessandro Del Bianco.
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11 commenti
Giuseppe
Magnifico! E i pendolari che fanno? Abbandonano il Cadore e vi ritornano per le ferie?
Marziano
Era chiaro che sarebbe finita così, anzi, è probabile che verrà chiusa del tutto. Con la scusa dei lavori, veniva chiusa alla chiusura delle scuole. In realtà anziché per i lavori, veniva chiusa perché il personale era utilizzato in altre linee per sostituire quello che andava in ferie. Intanto non c’era nessun incentivo per utilizzarla. Da Venezia a Calalzo si dovevano cambiare tre treni con tempo di percorrenza di circa tre ore. Il doppio che andare in auto. Ora non so se sia cambiato qualcosa, perché non ho più preso il treno. A quelle condizioni proprio non conviene.
Pietro RISSÓ
È una vergogna….il CADORE deve avere una ferrovia efficiente e moderna..RIBELLATEVI
roberto ferruzzi
incredibile
cosa si puo’ fare?
Ester Cason
pessima notizia! Sono d’accordo che la tratta per essere salvata va inserita in una linea più lunga di collegamento con Dobbiaco e con l’Austria. Solo così Belluno e il Cadore diventano significativi per gli abitanti non per i turisti. Era importante il progetto del treno delle Dolomiti per cui molti enti tra cui la nostra Fondazione e quella Dolomiti UNESCO si erano battuti per tanti anni, come idea, pur non avendo possibilità di influire politicamente, che perseguiva questa prospettiva…e sembrava che la De Berti fosse favorevole…perché non riproporlo? Non è un’idea morta…ci sono le elezioni nuove…
gian marino da rin puppel
Quindi ci ritroviamo con ancora più traffico su gomma ma i verdi dove sono;sono in Cansiglio al reiv party ? No! mi pare che hanno una visione a senso unico e poco chiara almeno per me. Saluti dall’ apice del Cadore .Dov’è il servizio pubblico fa fatica ad arrivare.
Stefano Corras
Ma avete visto gli orari da Venezia a Calalzo ?oltre 4 ore , con due cambi di bus .Ma dove volete andare ,e parlano di olimpiadi di Cortina …qui e’ il terzo mondo e vale lo stesso da Calalzo a Venezia ,senza contare che quando arrivi alla stazione di Calazo non ci sono coincidenze per altri paesi ,perché generalmente partono prima !!! Si può ? Grazie
Mi
Giancarlo
NON OCCORRE PROLUNGARE LA LINEA FINO IN AUSTRIA. BASTEREBBE UN COLLEGAMENTO BUS CON COINCIDENZE SENSATE NON FATTE A CASO COME SONO ADESSO. È MAI POSSIBILE CHE IL BUS DA AURONZO ARRIVI 2 MINUTI DOPO LA PARTENZA DEL TRENO PER CONEGLIANO? LUNEDÌ SCORSO PIÙ DI 4 ORE DA AURONZO PER SACILE.
Luigina
Concordo che per arrivare in Cadore serve un auto: coda uscita autostrada da Longarone, poi bus, camion e altri mezzi pesanti, come 70 anni fa in quella unica strada che passa per i piccoli paesi…. anche qui altro problema non risolto.
Tutte le località Turistiche dovrebbero avere una linea ferroviaria utile con bus in coincidenza per le frazioni! Anche la linea ferroviaria per A/R Austria sarebbe di utilità per i passeggeri, meno inquinamento sicuramente!
STEFANO PARISET
L’idea di Mainardi, storica, è l’unico modo perché il treno per il Cadore possa avere un futuro.
Che interesserebbe Provimcia, Regione, e oltre.
Bisogna creare una forte corrente di opinione in merito
Stefano.pariset@virgilio.it
Alessandro Ormesi
Continuiamo a puntare sulle PRIVATIZZAZIONI e poi vedremo cosa ci resta!
Scuola Trasporti Sanità Sicurezza Energia… sono SERVIZI che non possono essere valorizzati e chiudere in positivo. Altrimenti perché paghiamo le tasse? I politici … anche veneti continuano a spingere sulle privatizzazioni … e noi muli li votiamo!