Nel Bellunese aumenta l’allarme tra gli allevatori per il rapido calo dei prezzi del latte spot, quello sfuso in cisterna. In tre mesi, secondo i dati Ismea, le quotazioni sono scese da 69 a 53 euro a ettolitro, con una tendenza ancora negativa. Una flessione legata soprattutto all’eccesso di produzione a livello europeo e internazionale e a un rallentamento dei consumi.
«La situazione non ci fa dormire sonni tranquilli», osserva Diego Donazzolo, presidente di Confagricoltura Belluno. Ricorda che la presenza di una realtà cooperativa come Lattebusche offre al territorio un certo margine di tutela, ma sottolinea come l’attuale surplus sia «inusuale», così come il calo repentino delle quotazioni. Donazzolo evidenzia il ruolo delle grandi stalle di pianura, in particolare in Lombardia, dove la produzione continua a crescere, mentre l’industria utilizza l’aumento dell’offerta per abbassare il prezzo del latte spot e, in prospettiva, rinegoziare i contratti in scadenza a febbraio. «Tornare a 40 euro a ettolitro significherebbe mettere una pietra tombale sul settore», afferma, ricordando l’aumento dei costi, dagli impianti all’energia, e gli investimenti fatti dalle aziende per il benessere animale.
I dati Ismea riportano un incremento delle consegne di latte in Italia del 2,6%, con aumenti più marcati nelle aree a maggiore vocazione lattiera: Lombardia (+3,4%), Emilia-Romagna (+3,8%), Veneto (+4,2%). Andamenti simili si registrano in diversi Paesi europei e in mercati come Nuova Zelanda e Stati Uniti. Anche il latte spot di importazione contribuisce alla pressione verso il basso, con un calo ancora più veloce rispetto a quello nazionale. I formaggi dop mostrano una maggiore stabilità, ma non mancano i primi segnali di flessione.
Il surplus riguarda anche il Grana Padano, come conferma Donazzolo, che auspica un incremento dei consumi durante le festività per riequilibrare il mercato. Intanto, dal fronte industriale arrivano segnali di prudenza, con l’avvertimento che il calo delle vendite potrebbe limitare il ritiro del latte spot nel primo trimestre 2026. Confagricoltura sta seguendo da vicino la situazione, con l’obiettivo di tutelare il reddito dei produttori. «La zootecnia è fondamentale per la nostra montagna, sia per il tessuto economico sia per il territorio», ricorda Donazzolo.
Nei giorni scorsi a Roma si è riunito il tavolo nazionale sul latte al Ministero dell’Agricoltura, alla presenza del ministro Francesco Lollobrigida. Confagricoltura ha chiesto di evitare il superamento dei livelli produttivi del 2025 e di garantire la tutela degli allevatori, senza riduzioni dei prezzi. Tra le proposte figurano misure per contenere i costi energetici, programmi di distribuzione di prodotti lattiero-caseari agli indigenti, campagne per sostenere i consumi e una valorizzazione ulteriore della filiera basata sui formaggi dop.
Nel Bellunese, secondo Veneto Agricoltura, nel 2024 sono state prodotte 49.669 tonnellate di latte, per un valore di 25,3 milioni di euro. Gran parte della produzione veneta viene trasformata in formaggi, con oltre il 56% destinato alle dop come il Grana Padano, che da solo assorbe circa un terzo del latte regionale.
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