La testimonianza di un sopravvissuto del Vajont alla scuola media «Ricci» di Belluno. Gianni Olivier, nato e residente a Longarone, come pochi altri scampò alla morte perché fuori sede a motivo del suo lavoro di maestro elementare. Ora spiega alle giovani generazioni cosa avvenne quel tragico mercoledì 9 ottobre 1963, ma soprattutto quali furono le cause della sciagura che l’Onu nel 2008 ha definito «il più grande disastro provocato dall’uomo».
Tramite le immagini di fotografie e cartoline Olivier ha raccontato e documentato la storia di Longarone e dei paesi limitrofi partendo dalla descrizione del sito per poi passare all’analisi delle centrali idroelettriche e dei progetti della Sade, fino ai quei terribili minuti che cancellarono ogni forma di vita nella zona.
L’intervento si è concluso presentando alcuni luoghi della memoria: la Chiesa e il museo di Longarone, il cimitero monumentale di Fortogna, l’aiuola monumento alla solidarietà del Vajont «per non dimenticare, perché il Vajont è storia». Poi, per tutte le classi terze partecipanti all’incontro, una breve sosta nell’atrio della scuola dinanzi alla lapide che ricorda gli allievi morti nel Vajont.
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