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Giovedì 30 agosto 2018
Polpet, lavori alla chiesetta di Sant’Andrea in monte
Avviato il restauro interno dell’antico edificio posto sul monte Frusseda a oltre 700 metri di quota.
In questo mese di agosto è stato avviato il restauro interno, cioè degli intonaci, dell’antica chiesetta di Sant’Andrea sul monte Frusseda, sopra Polpet, che appartiene alla parrocchia di S. Maria Nascente. I lavori sono finanziati interamente dal Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi per quasi 20 mila euro. Committente è il comune di Ponte nelle Alpi in convenzione con la Parrocchia. La ditta aggiudicataria è l’Altinate di Feltre.
La chiesa sorge su un piccolo pianoro, in parte artificiale, a oltre 700 metri di quota, e domina la piana di Polpet con splendida visione verso est e ovest della Valbelluna. Certamente antichissimo punto di avvistamento (posto a sistema con Casamatta, S. Giorgio, Cor e Zumelle), è stata sede di culto a sant’Andrea apostolo fin dal 1200 ed ha assunto la fisionomia attuale con il Quattrocento, quando ne divenne patrona la famiglia bellunese dei Cavassico, che forse commissionò l’aggiunta dell’attuale abside orientata e il campaniletto a vela. La data di riferimento è il 1493.
La chiesa è stata sempre seguita con cura dalla popolazione, che ricorda ancora la presenza dell’eremita, in funzione non solo religiosa, ma come sentinella dei possibili incendi, quando molta parte delle case era ancora costruita in legno. Molti segni rivelano la grande passione della gente di Polpet per la sua chiesetta montana, che sta là sopra, a due passi, sembra, ma richiede tre quarti d’ora di fiato per salirvi.
La chiesa è coperta dalle classiche lastre in calcare, rimesse in sesto in tempi anche recenti, sostanzialmente asciutta nell’aula, mentre pare che le lastre del vano esterno più basso, addossato a sud, lascino filtrare l’acqua. Il restauro degli intonaci pare molto impegnativo, sia per la varietà di strati e il diverso livello di profondità e resistenza, in rapporto ai materiali usati. Le malte hanno forti differenze e compattezze diverse. La cernita degli strati non è agevole e il colore non è spesso distinguibile.
Come tutti possono vedere, un tempo le pareti erano dipinte, probabilmente con affreschi, e si spera che il delicato lavoro sulle malte e le incrostazioni vecchie e nuove, metta in luce almeno i segni delle variazioni o delle aggiunte storiche.
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