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Non ci sono confini ma solo orizzonti

È stato lontano da casa per 166 giorni, 6 ore e 19 minuti, ma non si è ancora stancato di guardare la Terra a 400 chilometri di distanza. È l’astronauta italiano Luca Parmitano. Al cronista che gli chiede se durante la permanenza nello spazio ha scattato fotografie suggestive di una Terra senza confini, risponde: «I confini ce li siamo inventati noi. Se penso alle tensioni internazionali e ai desideri di annessione che si vivono in questi giorni, beh... tutto questo visto da centinaia di chilometri di distanza appare lontano e insignificante. Ho visto l’Europa illuminata di notte senza confini e linee di separazione, un’unica entità collegata come i neuroni di un essere vivente. È uno spettacolo di una bellezza straordinaria. I confini che abbiamo immaginato non esistono. Chi vola sa che non ci sono confini, soltanto orizzonti».
Una risposta che rappresenta un bell’invito ad essere capaci di cambiare prospettiva, a non immaginarci in dimensioni o in parti non comunicanti, separate, se non addirittura in conflitto.
È fondamentale riuscire ad alzare lo sguardo e inquadrare noi stessi e la nostra realtà in tutte le dimensioni che la costituiscono. È un esercizio che libera e arricchisce perché dà la consapevolezza di essere sì una realtà particolare e unica, ma allo stesso tempo anche parte di un insieme più grande che dà forza, senso e prospettiva.
Una consapevolezza importante per la singola persona, ma anche per le comunità.
Sentirsi Bellunesi non impedisce, anzi, di sentirsi pienamente feltrini, cadorini o agordini, ma anche abitanti delle Alpi, veneti, italiani, europei, cittadini del mondo.
Allo stesso modo per le comunità. L’abitante di una piccola frazione trova nuove prospettive nel capoluogo del suo Comune, nel centro della sua vallata e, via via, nella sua Provincia, nella sua Regione...
Non ci sono confini, ma orizzonti. Come dire che non ci sono limiti invalicabili, ma ci troviamo davanti a tante possibilità, che vanno colte e costruite con impegno.
Condizione fondamentale per la realizzazione di queste possibilità è la capacità di apertura, di dialogo e confronto, di lavorare insieme, di fare squadra. Vale per tutte le situazioni e tanto più quanto maggiore è la complessità dei problemi. È il caso per esempio della crisi che si fa sentire in modo pesante e che può spingere ad isolarsi nella difesa di quello che si ha (non solo a livello economico, ma anche politico), con il rischio però di dare vita a una desolante "guerra tra poveri", senza prospettiva. L’alternativa è invece mettersi insieme, aprirsi agli altri, credere che il contributo di tutti potrà trasformare in orizzonti carichi di prospettive quelli che a prima vista sembravano solo dei confini.

Leggi il "fondo" della settimana scorsa.

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