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Parole del Papa da prendere sul serio

«La testimonianza della carità è la via maestra dell’evangelizzazione».
Queste parole sono state pronunciate da papa Francesco nella sua recente visita in Molise. Sono parole che riportano una convinzione profonda della Chiesa di tutti i tempi, ribadita dal Concilio e più volte affermata dal grande papa Paolo VI.
Anzi, è proprio per questo motivo che ha istituito la Caritas, come strumento di educazione alla carità che ogni parrocchia dovrebbe avere.
Ma tant’è! Tutti noi catechisti e parroci sentiamo quanto il nostro catechismo con bambini, famiglie, adulti sia sterile se non si trasforma in esperienza di comunità che vive la carità.
Noi parroci abbiamo inventato tanti stratagemmi per incuriosire e coinvolgere (filmati, teatro, cambiamenti di età per i sacramenti, esperimenti nuovi, parrocchie dolci, dolci, parrocchie baby sitter...). Sempre con le migliori intenzioni che Lui cresca e noi diminuiamo. Si spera. Sta di fatto che il nostro annuncio del Vangelo fa fatica ad entusiasmare e soprattutto a far crescere la vita dei fratelli che non siamo noi a donare, ma solo Cristo dona.
«Solo Lui fa crescere». E allora perché prendere sottogamba questa indicazione del Vescovo di Roma? Perché non partire dalla testimonianza della carità se è la via maestra dell’evangelizzazione?
È un’affermazione forte quella del Papa, che si collega con quanto scritto nell’esortazione «La gioia del Vangelo»: «La comunità evangelizzatrice si mette mediante opere e gesti nella vita quotidiana degli altri, accorcia le distanze, si abbassa fino all’umiliazione se è necessario, e assume la vita umana, toccando la carne sofferente di Cristo nel popolo. Gli evangelizzatori hanno così "odore di pecore" e queste ascoltano la loro voce. Quindi, la comunità evangelizzatrice si dispone ad "accompagnare". Si fa esperienza di Dio incontrando il prossimo».
Si parla qui non di una serata di solidarietà tanto per metterci a posto la coscienza, ma di una condivisione della vita; si parla qui di stare con i poveri per giustizia, non per beneficenza; si parla qui non del prete che evangelizza, non di buone persone, ma di una comunità che accompagna.
Come allora educare la comunità? Quali strumenti perché non sia un insieme di persone che tirano ognuna dalla sua parte, ma siano persone animate da vero spirito cristiano? Perché solo lì si educa cristianamente.
Che non sia il caso di prendere sul serio le parole di papa Francesco e provare a riflettere e metterle in pratica?
Dongi

Leggi il "fondo" della settimana scorsa.

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