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Un paese alpino messo in vendita

Un intero paese alpino messo in vendita. Si tratta di Calsazio che si trova ai piedi del Gran Paradiso, nel Comune di Sperone, in provincia di Torino. L’asta, aperta su internet, parte da 245mila euro; l’offerta prevede la cessione di 14 immobili, per un totale di circa 50 vani; a decidere la vendita del borgo sono stati gli stessi proprietari delle case, dove al momento vivono una ventina di persone. «A vedere le foto pubblicate insieme all’annuncio», spiegava in proposito il «Corriere della Sera.it» di lunedì 7, «si scorgono case in pietra ancora in buone condizioni, ma da rimettere a nuovo. Ed è proprio questo lo scopo dell’annuncio: come specificato nella descrizione il borgo, che si trova a soli 50 km da Torino, in una posizione strategica per vivere, aprire un’attività turistica o un ristorante».
Il fatto, pur verificatosi a più di 500 km di distanza, non può lasciare indifferenti anche in provincia di Belluno. Sentir parlare di un paese in vendita colpisce e impressiona, anche se, come in questo caso, l’iniziativa è sostenuta dall’Uncem e finalizzata a sistemare il borgo per dargli un nuovo aspetto e nuova vita. Chi si può sentire di escludere del tutto che in futuro anche nel Bellunese non ci saranno frazioni o piccoli paesi, ormai ridotti allo stremo, che non avranno altra alternativa che mettersi in vendita pur di realizzare qualcosa?
Il fatto di essere in una posizione strategica e a soli 50 km da una grande città come Torino a Calsazio non è stato sufficiente per garantire un futuro autonomo ai suoi abitanti. Segno più che evidente che ai paesi di montagna non è sufficiente essere in un bel posto per poter andare avanti, ma che c’è bisogno di politiche mirate che consentano di mettere a frutto i vantaggi che l’ambiente alpino può garantire. Quei vantaggi che forse faranno la fortuna di chi comprerà a Calsazio avendo le disponibilità finanziarie per fare ciò che serve a rilanciare il paese. Vantaggi che la montagna bellunese non deve farsi sfuggire. Per questo deve ricevere il necessario sostegno dalla politica, sia finanziario (per compensare i maggiori costi dovuti al vivere in quota), sia normativo (per esempio con l’attuazione della specificità) per essere messa nelle condizioni di correre secondo le sue possibilità.

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