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Province montane, prospettive difficili

Per la nuova Provincia montana siamo già al terzo tempo, cioè al dopo–gara o quasi. La partita "regolare" – nell’ambito della legge di stabilità 2015 – si è di fatto conclusa senza registrare parametri differenziati rispetto alle altre Province. Costrette, tutte indistintamente, a una pesante cura dimagrante in termini sia di risorse economiche sia di dotazione organica. Unica nota positiva: l’esclusione dal patto di stabilità degli interventi per l’edilizia scolastica superiore.
Quando il lettore leggerà queste righe, il Senato starà completando l’esame della legge di stabilità, ma il quadro sembra ormai definito. Ossia (per le Province) maxi–taglio di un miliardo di euro, che salirà a tre miliardi nel 2017 e dimezzamento della pianta organica con l’avvio di procedure di mobilità del personale verso la Regione, i Comuni, la pubblica amministrazione, con priorità per gli uffici giudiziari. Un’operazione complessa, che "Il Sole 24 Ore" definisce «sfida assai ardua» e che a Belluno rischia di impattare negativamente anche sull’avvio della legge regionale 25 sull’autonomia amministrativa della Provincia.
Nel pomeriggio di martedì 16 la Camera ha iniziato intanto la discussione del disegno di legge costituzionale «Disposizioni per il superamento del bicameralismo paritario, la riduzione del numero dei parlamentari, il contenimento dei costi di funzionamento delle istituzioni, la soppressione del Cnel e la revisione del titolo V della parte II della Costituzione». Anche qui le nuove Province montane della legge Delrio sono al terzo tempo. L’esame in Commissione del testo approvato in Senato l’8 agosto non ha portato nessuna novità rispetto all’attuale evanescente formula che vorrebbe salvaguardare la specificità montana nel nuovo assetto dei poteri di «area vasta».
L’articolo 39 votato dal Senato invita a tener genericamente «conto anche delle aree montane». Ora sull’articolo 39 la Camera voterà in aula alcuni emendamenti, proposti anche del bellunese Roger De Menech, volti a introdurre «disposizioni peculiari per gli enti di area vasta operanti in territori interamente montani» assicurando loro «forme e condizioni particolari di autonomia» quantomeno a livello regionale.
M.B.

Leggi la "spalla" della settimana scorsa.

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