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Questa volta al dire farà seguito il fare?

Ormai è proverbiale l’inaffidabilità di tante promesse elettorali: messe in bella evidenza quando è l’ora di raccogliere voti, ma poi presto dimenticate quando è tempo di attuarle.
Cosa pensare allora delle promesse formulate in questo periodo dai candidati alla presidenza del Veneto, in particolare di quelle relative alla provincia di Belluno?
Una buona dose di prudenza è d’obbligo, ricordando come sono finite in passato altre promesse elettorali. Per esempio quelle di Galan circa l’autonomia della provincia. In occasione di una tornata elettorale il governatore sottoscrisse pubblicamente anche un documento con cui si impegnava a conferire autonomia al Bellunese. Ma, passata la consultazione (e riottenuto il posto di governatore), quel documento è stato dimenticato.
Ma insieme a una doverosa dose di prudenza e di realismo, è giusto anche sottolineare ora (e farlo anche in seguito con decisione) che le promesse sono state fatte, che gli impegni sono stati presi e quindi vanno rispettati.
Proprio per evitare che queste promesse si smarriscano e se ne perdano presto le tracce, in questo numero abbiamo voluto metterle bene in evidenza, sottolineandone in particolare alcune (vedi articolo a fianco) che possono contribuire a determinare un punto di svolta per il futuro del Bellunese.
Promesse trascritte e poste bene in risalto in modo da impegnare i candidati ("verba volant, scripta manent"), ma in modo anche da poterle tirare fuori all’occorrenza così da ricordare a chi di dovere gli impegni che erano stati assunti e che, per un minimo di serietà, se non per convinzione, non possono essere dimenticati.

Leggi il "fondo" della settimana scorsa.

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