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Ecco i coraggiosi!

di Luigi Del Favero

Quelli che si sposano in chiesa sono quelli della famiglia ’tradizionale’? Per il Papa sono dei rivoluzionari; li ha ripetutamente chiamati ’i coraggiosi’.
Papa Francesco ha ringraziato con il suo calore e con la nota originalità della sua parola gli sposi che decidono di celebrare il matrimonio cristiano. Una scelta che smentisce la convinzione che oggi ci si sposi sempre meno, che diminuiscano soprattutto i matrimoni religiosi e che il dato più interessante non sia quello dei matrimoni celebrati, ma quello dei matrimoni finiti con la separazione e il divorzio. È pur vero che ormai si fa più presto a divorziare che a sposarsi.
Così sono altrettanto veri i numeri che documentano tutti quei fenomeni sui quali la Chiesa intera si sta concentrando: il diffondersi delle convivenze, il rifiuto del matrimonio, la denatalità che non inverte la discesa iniziata ormai da tempo, i fallimenti matrimoniali.
Il credente si stupisce di trovarsi spesso solo a riflettere e preoccuparsi su questi fenomeni poiché ritiene che interessino tutta la società; li dovrebbero prendere sul serio anche politici, amministratori, educatori.
I numeri ci sono e vengono puntualmente aggiornati, ma noi ci giriamo dall’altra parte: un’occhiata, un sospiro e via! Quei dati, considerati attentamente, farebbero riflettere, metterebbero in discussione idee e costumi diffusi e ci porrebbero una domanda sgarbata: «Ma dove stiamo andando?». Meglio non pensarci troppo e nasconderli. Anche se dentro rimane un certo disagio: perché ci si sposa sempre meno e sempre più tardi? Perché le famiglie sono fragili? Non ascoltiamo più un’antica parola che comandava: «L’uomo lascerà suo padre e sua madre»? Siamo troppo incerti e deboli per spiccare il volo? Toccherebbe alla società fare di più?
Papa Francesco non ha parlato delle preoccupazioni suggerite dai numeri e non ha nominato la crisi della famiglia, che del resto conosce molto bene.
Agli sposi ha detto un ’grazie’ forte proprio perché si sposano.
Sarebbe bello che venisse ripetuto in tutte le celebrazioni di matrimoni, specialmente in quelle di questo periodo, che non mancano.
Qualcuno si stupirà e troverà strano il ringraziamento, obiettando che, in fondo, si tratta di una cosa naturale che si è sempre ripetuta da quando il mondo esiste.
Loro invece – gli sposi – capiranno bene e sentiranno che quel "grazie" premia la loro decisione, il coraggio, la speranza. Arriva in quel punto nascosto della loro storia in cui c’è stata una battaglia vittoriosa, ma non facile. Il nemico che li aveva minacciati prendeva tanti volti.
Spesso quello della paura. Talvolta quello di mode che esaltano la convivenza senza impegno definitivo o la vita da single. Non è escluso che il nemico si sia nascosto in parole imprudenti di amici o nell’egoismo miope degli stessi genitori. Dobbiamo dire "grazie" perché con la loro scelta fanno ripartire la storia del mondo e ogni volta ci riportano all’aurora fresca e promettente, luminosa e incantata degli inizi. E questo fa molto bene a tutti coloro che stanno vicino e vengono illuminati e riscaldati, anche se per breve tempo. Il matrimonio deve essere una festa e la festa deve essere bella (che non vuol dire costosa). È bella soprattutto quando coinvolge la comunità, il paese, gli amici.
Agli sposi dobbiamo fare anche una domanda che diventa una richiesta di aiuto. Ci possono aiutare a credere nell’amore che li ha condotti al Matrimonio.
Devono farci vedere cosa vuol dire una famiglia in cui ci si vuol bene.
Dio stesso, benedicendo il loro patto nuziale, si affida a loro e chiede il loro aiuto.
Esattamente il contrario di quanto si pensa abitualmente attribuendo al matrimonio celebrato in chiesa una marcia in più: gli sposi cristiani partirebbero per l’impegnativo viaggio con una benedizione speciale che dovrebbe rendere più facile il cammino, garantendo l’aiuto del Cielo.
Dalla Bibbia sappiamo che Dio non rifiuta la sua benedizione a nessuna coppia, neppure a quelle che escono dal municipio o da una moschea o da una sinagoga.
La benedizione data alla prima coppia non è stata cancellata né dal peccato originale né dal castigo del diluvio: per il Creatore non ci sono ostacoli.
Agli sposi che escono dalla chiesa dopo aver consacrato il proprio amore davanti all’altare, è Dio stesso a domandare aiuto: «Ho bisogno di voi per mostrare a tanti il mio progetto. Sto lavorando per fare dell’umanità un’unica famiglia dove è legge l’amore. Ma è così difficile credervi! Voi potete mostrare concretamente la strada. Non dovete predicare, ma vivere, volendovi bene in modo semplice e tenace, gioioso e capace di sacrificio, coraggioso e paziente: diventerete un’orma sicura. Chi la vedrà saprà dove mettere i piedi e conoscerà la direzione giusta. Tornerà a credere alla forza dell’amore».
Papa Francesco ha aggiunto: «Questi non sono scherzi, ma cose serie. L’effetto di questo radicalismo deve essere enorme nella stessa comunità cristiana».
Non si riferiva ai Santi dipinti sulle pareti delle chiese, ma agli sposi di oggi, a quelli che si sposano nel mese di maggio 2015.

Leggi "Don Luigi Del Favero" della settimana scorsa.

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