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Dalle frane del Cadore una serie di "lezioni"

Le frane che hanno sconvolto il Cadore il 4 agosto, oltre a morte e distruzione, danni e problemi, hanno lasciato sul terreno anche qualche "lezione" da capire e da memorizzare.
In primo luogo quella relativa all’importanza della tutela del territorio e della prevenzione dei possibili disastri per non essere costretti poi a piangere vittime e tragedie e ad operare sempre nell’emergenza, con costi più alti e, spesso, anche con una fretta che è cattiva consigliera rispetto alla qualità delle opere da realizzare.
Un’altra "lezione" riguarda la prontezza dei primi interventi. I soccorritori si sono dimostrati tempestivi e generosi e la loro organizzazione ha funzionato in modo eccellente, tanto da meritare numerosi e convinti apprezzamenti e complimenti. A titolo di esempio si può citare il caso dei volontari del Soccorso alpino che, dopo essere stati impegnati alle Tre Cime di Lavaredo in un intervento nel pieno della notte, tornando a casa ad Auronzo si sono fermati per aiutare i colleghi a liberare la strada che era stata ostruita dalla frana. Una bella testimonianza di dedizione, attenzione e generosità alla quale se ne potrebbero aggiungere tante altre, anche da parte di persone che liberamente, senza essere inquadrate in qualche organizzazione, si sono rese disponibili per dare una mano.
Un’altra "lezione" è quella relativa all’importanza della visibilità mediatica che in questo caso le frane del Cadore sono riuscite ad avere. L’essere giunte subito all’attenzione dei grandi mezzi di comunicazione nazionali ha molto velocizzato, a livello politico e amministrativo, l’impegno a garantire subito qualche aiuto concreto. Aiuto che nel giro di neppure tre giorni è sfociato nella proclamazione dello stato di calamità, in un primo finanziamento di 2 milioni e nell’adozione del Piano nazionale contro il dissesto idrogeologico che è finanziato con 1 miliardo e 300 milioni dei quali 600 subito disponibili, di cui 153 destinati al Veneto. Una dimostrazione dell’importanza di saper comunicare bene e tempestivamente le situazioni e le esigenze a cui bisogna rispondere. Su questo fronte sarà certamente necessario prestare grande attenzione in futuro perché si tratta di una condizione fondamentale per far convergere adeguate risorse lì dove ce n’è bisogno, tanto più se ad averne necessità è un territorio periferico, con popolazione limitata come è il Bellunese. Per quanto riguarda poi il Piano nazionale per la lotta al dissesto idrogeologico, la vigilanza dovrà anche riguardare il fatto che, nella distribuzione dei finanziamenti, non venga applicato un criterio che tenga conto soltanto della popolazione, ma che venga considerato anche il territorio, la sua estensione e la sua problematicità. Una partita, questa, di grande rilevanza per la provincia di Belluno.
Un’altra "lezione" riguarda l’importanza di remare tutti nella stessa direzione sostenendo le necessità del territorio in modo convinto e il più unito possibile. Nel caso delle frane del Cadore da tutte le parti è giunta una richiesta di impegno espressa anche in termini tutto fatto costruttivi. Ciò ha costituito un fronte comune che ha certamente agevolato il raggiungimento del risultato finale di vedersi riconosciuto tempestivamente un aiuto ed è premessa anche per ottenere risultati in futuro.
Tra i tanti aspetti che possono essere sottolineati mettiamo in risalto ancora quello relativo alla necessità di un grande equilibrio nell’affrontare problemi complessi come quelli manifestatisi con le frane. Il riferimento è in particolare al turismo, alle conseguenze sul possibile arrivo dei turisti. Gli amministratori di San Vito, per esempio, giustamente e comprensibilmente, hanno subito sentito l’esigenza di sottolineare che buona parte delle persone presenti non avevano avuto alcun danno e alcuni non si erano accorti di nulla. Un’avvertenza importante perché, come è giusto dare risalto al fatto tragico, è altrettanto doveroso riferire la reale situazione del territorio e delle persone per non mettere inutilmente e negativamente in difficoltà tutti gli operatori che possono continuare a lavorare e contribuire al ritorno alla normalità.

Leggi il "fondo" della settimana scorsa.

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