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L’autonomia crescerà se ciascuno farà il suo

Sarebbe molto utile che l’autonomia del Bellunese fosse riconosciuta in Costituzione, ma ben difficilmente potrà essere approvato l’emendamento alla riforma costituzionale presentato nei giorni scorsi dal senatore leghista Crosio che chiede lo statuto speciale per le province interamente montane di Belluno e di Sondrio. Lo sa pure chi l’ha proposto anche perché un emendamento analogo è già stato bocciato nel precedente passaggio alla Camera della riforma.
Quindi – c’è da chiedersi – sono vani anche gli appelli all’unità delle forze della provincia che si sono levati perché ci sia un sostegno corale alla prospettiva di questa autonomia? Gli appelli ad unire le forze e a collaborare in nome dell’interesse comune non sono mai vani, ma meritano di essere spesi per obiettivi realistici e concreti piuttosto che per quella che ha tutta l’aria di essere una manovra escogitata da un partito di opposizione per mettere in cattiva luce chi governa nel momento in cui l’emendamento non sarà approvato.
Gli appelli all’unità sarebbero molto più credibili se ciascuno facesse la sua parte, lavorando per l’autonomia senza perdere tempo a mettere in difficoltà gli altri.
Per esempio se le amministrazioni bellunesi (e il tessuto sociale ed economico della provincia) mettessero tutto il loro impegno nell’applicare da subito la legge sulla specificità della provincia nelle sue parti già praticabili.
Sarebbe poi auspicabile (e necessario) che la Regione desse attuazione tempestiva e piena alla stessa legge sulla specificità, garantendole anche le risorse necessarie.
Altrettanto auspicabile e necessario sarebbe che lo Stato non tardasse a dare corpo almeno a quanto già ha previsto a tutela delle province interamente montane di Belluno, di Sondrio e di Verbania.
Che ciascuno faccia il suo è la condizione perché possa essere compiuto realmente qualche passo avanti sulla strada dell’autonomia. Altrimenti il rischio è di trovarsi di fronte a tante parole destinate a rimanere vuote, se non addirittura a servirsi dell’autonomia per fini di parte che con lo sviluppo della provincia non hanno nulla da spartire.

Leggi il "fondo" della settimana scorsa.

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