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Futuro incerto per l’economia bellunese

Il futuro dell’economia bellunese? Ai tecnici della Camera di commercio di Belluno appare assolutamente incerto perché c’è stagnazione e non ci sono ancora ragioni per tirare un sospiro di sollievo a quasi dieci anni dallo scoppio della crisi. Nel 2015 le imprese bellunesi sono calate di altre 207 unità sul 2014, passando da 14.756 a 14.549 sedi (–1,4%). Il decremento ha colpito duramente le imprese di trasporto e magazzinaggio (–5,3%) e l’edilizia (–3,4%), senza risparmiare il manifatturiero (–2,5% con un calo di 45 sedi) e il commercio (–2,1%). Un taglio più ridotto ha interessato invece i servizi di alloggio e ristorazione (–1,1%, pari a –19 unità), mentre l’agricoltura è stata interessata da un lieve aggiustamento. Sono cresciuti invece, sebbene in modo non eclatante, gli altri servizi. L’artigianato ha lasciato sul campo ulteriori 81 unità, portandosi a 5.135, soprattutto per effetto del ripiegamento dell’edilizia. A livello generale, il saldo negativo (–203) è stato tra i più pesanti rilevati nel decennio, indicando un impoverimento del tessuto produttivo. Intanto lunedì 16 maggio si è costituita la nuova Camera di commercio Treviso–Belluno che avrà come primo presidente (eletto per acclamazione) Mario Pozza, già vice presidente a Treviso della Camera di commercio e presidente di Confartigianato. La speranza è che il Bellunese dalla nuova Camera, oltre al vice presidente, riceva anche tutte le attenzioni di cui ha bisogno. A pagina 4

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