L’Amico del Popolo.it
Info | YouTube

No a un orizzonte oscurato dalla paura

Il treno impazzito in Puglia, il camion assassino a Nizza, il golpe sanguinario in Turchia. Quella scorsa è stata una settimana shock. E, dopo ogni tragedia, una più sorprendentemente mostruosa dell’altra, ecco sgomento, incredulità e... paura, con la quale si fanno strada domande inquietanti: quando succederà di nuovo? dove? in che modo? E c’è chi allora resta paralizzato nell’attesa di una nuova catastrofe, timoroso per un futuro di cui scorge più i pericoli che le opportunità.
Questo modo di sentire è il segnale di una fragilità, della difficoltà a trovare il senso autentico della vita che può consentire di attraversare in modo positivo anche le situazioni più dure, a prima vista inaffrontabili.
La paura, se eccessiva, nasce da un restringimento dell’orizzonte, da un’incapacità di vedere oltre. Per esempio da un appiattirsi sulla necessità di soddisfare bisogni non essenziali, sulla convinzione che il bello della vita dipenda unicamente da alcune condizioni materiali come il benessere economico e fisico, l’assenza di problemi e di difficoltà.
Ma la vita è molto di più, come percepisce chi è capace di un’adeguata apertura alla speranza, cioè a una promessa di esito positivo che è più forte di ogni difficoltà. Non si tratta di una via in grado di togliere problemi o dolori, ma che consente di affrontarli grazie alla consapevolezza, (che ha il suo fondamento più profondo nella fede in Gesù Cristo) che i sentieri della storia, pur in modo misterioso e spesso imperscrutabile, condurranno alla meta di un compimento secondo il disegno buono, di salvezza, di Colui che la storia l’ha creata ed è già morto per tutti.
No quindi a un orizzonte di paura, nemmeno di fronte al manifestarsi continuo di problemi difficili e preoccupanti o al ripetersi di azioni efferate e sanguinarie. La paura rinchiude in se stessi, con la conseguenza di rendere ancora più indifese e in balia delle situazioni le persone e le comunità.
L’antidoto, come detto, è la speranza. Non un’illusione, ma la consapevolezza che non c’è paura che tenga per smettere di fare del proprio meglio per migliorare la vita propria e quella degli altri. Una consapevolezza da attivare di fronte alle catastrofi e alle disgrazie di cui abbiamo detto, ma anche rispetto ai problemi di ogni giorno, di noi stessi, della nostra comunità, del nostro territorio.
Per esempio, insieme alla giusta (e doverosa) denuncia delle tante cose che non vanno in montagna e degli aiuti attesi che faticano ad arrivare, per i Bellunesi è importante anche far crescere la speranza di potercela fare, premessa indispensabile per affrontare con la giusta energia e determinazione (e anche collaborazione e gioco di squadra) le difficoltà che ci sono, senza cedere alla tentazione di fuggire o di chiudersi in se stessi (per esempio rinunciando a fare figli), ma lavorando con vigore nella consapevolezza che una via d’uscita positiva è sempre possibile.

Leggi il "fondo" della settimana scorsa.

Copyright © 2000-2019 L'Amico del Popolo S.r.l.
Piazza Piloni 11, 32100 Belluno - tel. +39 0437 940641, fax +39 0437 940661, email redazione@amicodelpopolo.it | P.Iva/C.F. 00664920253