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domenica 15 Giugno 2025,

Al Cai di Belluno donazioni perfino da Olbia

Imprevedibili gesti di generosità per rimediare ai danni dell'uragano di ottobre.

Dopo l’ondata di maltempo che ha colpito la provincia di Belluno, tanti hanno voluto dare un proprio contributo per aiutare la popolazione segnata dagli effetti della tempesta chiamata Vaia. C’è chi, frequentatore delle nostre montagne, ha pensato alla distruzione dei boschi e con essi alla compromissione e a volte alla cancellazione dei sentieri che consentono l’avvicinamento alle cime. La manutenzione dei sentieri è prevalentemente compito delle sezioni Cai grazie all’opera generosa e continua di volontari.

La tempesta ha scatenato vento e acqua, causando danni inconsueti: sradicamento di alberi e con essi movimenti del terreno. Questa insolita situazione richiede interventi specifici nei quali è necessaria competenza unita ad un’attenzione vigile e all’uso di strumenti adeguati.

Il Cai di Belluno riferisce che alcuni gruppi hanno fatto donazioni alla sezione dimostrando consapevolezza e sensibilità. Per esempio, il Gruppo Micologico “G. Bresadola” di Belluno ha avvertito la necessità di dare il proprio contributo anche nella speranza di poter continuare la propria attività di studio, favorita dalla rete di sentieri.

Ma può sorprendere la raccolta di fondi offerta dai ragazzi del liceo “Antonio Gramsci” di Olbia, che ricordano l’aiuto ricevuto da volontari bellunesi in occasione di un’alluvione subita: un gesto generoso che nasce dalla gratitudine. E così l’aiuto dai “Raseti dee Guaive”, associazione nata da un gruppo di amici di Galzignano Terme ai piedi dei Colli Euganei, il cui presidente ha rivelato di aver “grattato il fondo” della cassa per poter offrire un importo significativo.

Il presidente Sergio Chiappin del Cai di Belluno ha espresso ai donatori la gratitudine di tutta la sezione e ha precisato che i contributi finanzieranno le attività di ripristino che necessitano di kit di protezioni individuali insieme a corsi di formazione per coloro che offrono gratuitamente la loro opera.

La riapertura dei sentieri della Schiara richiederà almeno due anni di lavoro. I primi interventi hanno assicurato la manutenzione dei percorsi interessati dall’Alta Via numero 1, come l’accesso al Rifugio VII Alpini, la cui teleferica è stata distrutta da schianti, e al Bus del Buson, grazie anche al contributo della Ricreativa di Bolzano Bellunese. Rimangono impraticabili i sentieri a nord del Serva e percorribili in parte i 506 e 509. Purtroppo non percorribile, sia per smottamenti che per schianti, si presenta la strada che sale al Rifugio Bianchet.

Il presidente dei Raseti, Alfio Ceccarello, ha giustificato questo gesto riconoscendo di ricevere, percorrendo i sentieri in ogni stagione, gioia grazie alla meraviglia e allo stupore che la montagna offre. Chi la frequenta sa di ricevere anche serenità e benessere. «Gesti come questi riempiono il cuore». commenta Chiappin, «il dono più bello che la montagna ci offre è la generosità che facendo nascere gratitudine genera felicità. Tutto questo grazie alla montagna».

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