Una bella novità al MiM, il Museo interattivo delle migrazioni che si trova nella sede dell’Associazione Bellunesi nel mondo (Abm) in via Cavour 3 a Belluno. Da questa settimana infatti apre un nuovo percorso a 360 gradi dedicato al lavoro in miniera che arricchirà la sala museale «Il lato dolce e amaro dell’emigrazione».
Grazie a un particolare visore (il cui acquisto è compreso nel prezzo del biglietto di 10 euro) e al proprio smartphone sarà possibile diventare protagonisti di un’esperienza unica in fondo a una miniera, fra stretti cunicoli, gallerie senza fine, angoli bui, sbarramenti impenetrabili. Un modo per rivivere in prima persona la vita dei minatori, ascoltando i rumori dei carrelli, osservando le pareti oscure delle gallerie. Un viaggio in un mondo ormai perduto, alla scoperta di un mestiere fatto di fatica, coraggio e determinazione che è stato reso possibile – ha spiegato Marco Crepaz, direttore dell’Abm – grazie al regista feltrino Marco Recalchi e alla «Icona Film Feltre» che hanno realizzato tre video sull’interno di una miniera e sulla storia di due minatori, uno che ha lavorato a Marcinelle e uno a Charleroi, dove la miniera è anche patrimonio Unesco.
Nel presentare la novità il presidente dell’Abm, Oscar De Bona, ha fatto presente che il progetto è sostenuto dalla Fondazione Cariverona e si avvale anche della collaborazione dei Veronesi e dei Vicentini nel mondo, sottolineando che si tratta di un’iniziativa unica in Italia. Iniziativa particolarmente adatta alla storia della provincia di Belluno il cui territorio è stato uno dei serbatoi maggiori di minatori e che annovera al suo interno il comune (San Gregorio nelle Alpi) che ha registrato la percentuale più alta di persone morte o ammalatesi a causa del lavoro in miniera (senza dimenticare anche la presenza ad Agordo, da oltre 150 anni, dell’Istituto Minerario).
Seguici anche su Instagram:
https://www.instagram.com/amicodelpopolo.it/