«Il passato è come una lampada all’ingresso del futuro». Tutti gli eventi inseriti nella prima edizione di “Historica” sono pervasi da questa consapevolezza. Oltre che dal ricordo e dall’esempio lasciati da Ferruccio Vendramini, a cui è dedicata la rassegna. Un festival della storia e delle storie che è stato presentato oggi, sabato 23 marzo, a Palazzo Rosso, nel capoluogo. Amici e familiari ci stavano lavorando da ormai cinque mesi e ora “Historica” è diventato realtà. «A dire il vero, due settimane prima della sua scomparsa (avvenuta nella notte tra il 6 e il 7 aprile dello scorso anno, ndr), mio padre Ferruccio mi espresse la sua preoccupazione per alcuni “venti” che cominciavano a prendere piede, sottolineando il bisogno di parlare di democrazia», ha spiegato il figlio Paolo, sindaco di Ponte nelle Alpi. «Questo ciclo di appuntamenti, quindi, è proprio la concretizzazione di un desiderio di Ferruccio, che puntava a rivolgersi in modo particolare ai giovani».
“Historica”, per la sua prima edizione, ha come filo conduttore il tema delle “Memorie” e si svolgerà dal 3 al 7 aprile a Ponte nelle Alpi. All’organizzazione ci sono Festa de l’Unità Pus-Pian Longhi, Fondazione Società Bellunese, Isbrec e Spi Cgil. Il tutto sotto la direzione artistica di Gianluca De Col, di “Gattino Productions”. In primo piano la figura di Vendramini «come “ponte” tra storia e futuro», ha messo in risalto il figlio Marco.
«A volte per andare avanti bisogna guardare indietro», ha precisato De Col nell’illustrare il senso del festival. «Ci sono domande che trovano risposte solo in quel che è accaduto nel passato. Ferruccio lo sapeva bene». «“Historica” è costituito da 5 giornate di incontri, teatro, musica, installazioni, laboratori», ha aggiunto, «per raccontare un territorio e il suo passato attraverso un programma eclettico, che alterna profondità e leggerezza».

Primo appuntamento mercoledì 3 aprile alle 20 al Parco ex Casa Rossa, a cura dell’Isbrec: Enrico Bacchetti, Franca Cosmai, Gianmario Dal Molin e Paola Salomon parleranno di “Storie e Memorie”, quattro ritratti dedicati a ognuno dei diversi aspetti dell’attività di Vendramini, ossia il giornalista, lo storico, l’esperto di storia locale, lo studioso con proficui contatti con gli atenei. Seguiranno alle 21 “L’impegno sociale”, incontro coordinato da Maria Rita Gentilin, segretario generale Spi Cgil Belluno, e la proiezione di un documentario, “Gattino Production”, sulla cultura poliedrica di Ferruccio.
Giovedì 4 aprile, sempre all’ex Casa Rossa alle 20.30, arriverà il politico e accademico Luigi Berlinguer, che rifletterà, moderato da Erminio Mazzucco, su “Memoria: per una dialettica fra passato e futuro”. Il giorno successivo, appuntamento alle 20 in sala Savio con Serena Dal Borgo e le poesie scritte da Vendramini inserite nella raccolta “Dalla Provincia”. Raccolta da cui è nato anche lo spettacolo che andrà in scena alle 21, per la regia e la drammaturgia di Gianluca De Col.
Ci sarà spazio anche per laboratori creativi per i bambini, in programma sabato 6 aprile, dalle 14 alle 18, nella sala della Cooperativa di Polpet. Iris Bernard e Marta Farina intratterranno i più piccoli con “Storie di alberi”. Alle 16 incontro al Parco ex Casa Rossa per discutere di “Ponte nelle alpi: tre castelli e due chiese”, con Augusto Modolo e Italo Pierobon. Organizza l’Ecomuseo dalle Dolomiti al Piave. Daniela Parco, alle 17, terrà invece un incontro dal titolo “La storia in pendenza” e alle 18 si potrà assistere alla proiezione del documentario di Giuseppe Taffarel “La montagna del sole”. La giornata si chiuderà in musica alla Cooperativa di Soccher, con il concerto di Camilla Barbarito (voce) e Fabio Marcon (chitarra) dal titolo “Il sentimento popolare”.
Per l’ultima giornata del festival, il primo appuntamento è alle 17 alla latteria di Quantin, dove Manuela Pierobon e Maria Vignate allestiranno un’installazione su “Vestire nel tempo”. Spazio poi a Benedetta Barzini, alle 17.15, il cui intervento verterà attorno alle dinamiche umane nei comportamenti, modi di vivere, abiti e abitudini.
Non mancherà la musica, alle 18.30 nella struttura polifunzionale di Quantin, con la fisarmonica di Paolo Forte, a cui si accompagnerà una sfilata a cura di “Le sorelle Fontana Granda”. Ancora musica alle 21, a “Il Burcio” di Roncan, con ospite Giorgio Fornasier. Fino all’11 aprile, nell’altro del municipio di Ponte nelle Alpi, a Cadola, sarà possibibil visitare la mostra fotografica “Vera Bortoluzzi – Album Bellunese”, a cura della Biblioteca civica allì’itnerno della rassegna “Voci di donna”. Tutti gli eventi sono a ingresso libero.
«La partecipazione di Ferruccio alla Festa dell’Unità aveva carattere politico e dava significato alla coerenza che, nei decenni, lo ha sempre visto far parte della Sinistra e dell’insieme di persone che volevano una società più giusta», ha evidenziato Bepi Pison. «Ma ci piace ricordare Ferruccio alla festa di Pus anche per il suo ruolo di dj, testimonianza della sua grande passione per la musica, coltivata sin da giovanissimo».
Giuseppe Pat, presidente della Fondazione Società Bellunese, ha voluto ricordare l’impegno di Vendramini nella direzione del periodico “Il Nuovo Domani”. «Ferruccio ha ricostruito la memoria della provincia attraverso tre temi», ha affermato, «ossia il lavoro e il post Vajont; la questione montagna in tutte le sue declinazioni (turismo, viabilità, ferrovia, ospedali, scuole); la prospettiva di costituzione di una classe dirigente, nel momento in cui diede spazio a figure che si affacciavano alla politica. Pensiamo solo a Matteo Fiori. Ferruccio leggeva la realtà con occhi nuovi e critici. Non dimentichiamo che è sempre stato un “fustigatore” dei mal costumi e del mal governo».
Vendramini è stato definito da Enrico Bacchetti, direttore dell’Isbrec, «figura luminosa, capace di vivere il territorio». «Sono tre i luoghi che non si possono dimenticare quando si parla di Ferruccio», ha detto ancora con Paola Salomon, presidente dell’Isbrec, di cui Vendramini fu direttore dal 1979 al 1994. «Il primo è Longarone, a cui ha dedicato gran parte della sua ricerca. C’è poi Ponte nelle Alpi, dove è stata versata la sua immensa biblioteca, e Belluno, dove viveva e che è sede delle realtà per cui operava». Autore di più di 350 pubblicazione, tra saggi, libri e articoli, «Vendramini è stato una “casa” per un’intera generazione di persone che si sono formate tra le sue carte e le sue opere. Nei suoi confronti abbiamo un debito di riconoscenza». Stesso aspetto evidenziato da Maria Rita Gentilin, che ha parlato di Ferruccio come di un «uomo che amava la gente, la comunità ed era estramammente generoso», e da Valeriano Sovilla, per cui «Vendramini è esempio di cultura non solo predicata, ma anche praticata». «Presentiamo il festival, qui a Belluno, con grande orgoglio», ha commentato il vice sindaco del capoluogo Lucia Olivotto.
«Ferruccio riusciva a unire estremo rigore e giovialità, la sua mente spaziava tra tantissimi interessi», ha ricordato il deputato, e già sindaco di Ponte, Roger De Menech. «Lo contattavo spesso quando avevo bisogno di un consiglio. E penso che, di fronte alle recenti affermazioni di chi vorrebbe un revisionismo storico, avrebbe di sicuro messo in primo piano il suo rigore, per riaffermare i valori che ci ha insegnato e che non possono essere ignorati. Spero questo festival riporti in primo piano gli approcci democratici che, allo stato attuale, nel nostro paese traballano».
I figli Paolo e Marco hanno evidenziato la capacità del padre di muoversi nei più diversi ambiti, passando dallo studio delle carte alla tecnologia («per il suo ottantesimo compleanno gli avevano regalato un i pad»), dalla musica colta al ruolo di dj alla Festa dell’Unità.
Nell’ambito della conferenza stampa è stato anche presentato un bando che sarà diffuso a breve, per ricerche inedite sul tema delle “Resistenze storiche e contemporanee”. «L’edizione del prossimo anno di “Historica” avrà proprio come titolo “Resistenze”, da intendersi in tutte le accezioni», ha fatto presente De Col. «Il bando sarà aperto a tutti, con una particolare attenzione ai giovani. Ecco perché abbiamo la collaborazione di Scuole in rete. Verranno scelte da una giuria 5 ricerche (anche in forma di documentario) finaliste, che saranno presentate nella prossima edizione di “Historica”».
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