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lunedì 3 Novembre 2025, Santa Silvia

Auronzo, impegnativo intervento di soccorso nella notte sulla Cengia del Doge

Un escursionista inglese di 24 anni verso le 21 ha avvisato che era in difficoltà perché impossibilitato a proseguire o a tornare indietro.

Il Soccorso alpino di Auronzo e di San Vito di Cadore sono stati impegnati la notte scorsa nell’intervento di ricerca e recupero di un escursionista inglese di 24 anni. Qualche minuto prima delle 21 nella serata di ieri, sabato 1 giugno, le squadre sono stati attivate dal 118 in seguito alla chiamata della proprietaria di un albergo, contattata dal ragazzo che era stato suo ospite la notte precedente e che in quel momento si trovava in difficoltà sulla Cengia del Doge, impossibilitato a proseguire o a tornare indietro.

Quando i soccorritori hanno provato a richiamare il giovane per cercare di geolocalizzarlo o avere maggiori dettagli sul luogo, il cellulare si era però spento. Fortunatamente l’escursionista aveva descritto alla perfezione all’albergatrice l’itinerario che avrebbe intrapreso. Arrivato da Sagron del Mis a Borca di Cadore, il giovane era salito al Rifugio San Marco, chiuso in questi giorni, dove erano presenti tuttavia i gestori che lo avevano visto passare alle 16 circa. Arrivato a Forcella Grande, la sua intenzione era quella di passare sulla cengia che attraversa il Corno del Doge e dirigersi al Bivacco Voltolina per dormire.

Una squadra è quindi partita a piedi da Auronzo e una con gli sci d’alpinismo da San Vito di Cadore – 10 tecnici in totale – per ritrovarsi all’altezza della cengia attorno alle 23. I soccorritori hanno quindi trovato sui cumuli di neve le impronte degli scarponi del ragazzo e si sono divisi nel tentativo di individuarlo, finché in tre lo hanno rintracciato e raggiunto a circa 2100 metri di quota, dopo aver superato alcuni tratti più esposti con corde fisse.

Il giovane, non attrezzato alpinisticamente e senza luce, dopo aver sbagliato l’ingresso della cengia aveva proseguito tra mughi e ghiaioni, costretto però a bloccarsi per il rischio di procedere con neve e strapiombi sotto di sé. Stava bene, pur stanco e infreddolito. Dato che le condizioni per rientrare sarebbero state oggettivamente pericolose, è stato deciso di attendere le prime luci. Così tutte le squadre si sono fermate nei vari punti in cui si trovavano. Appena ha fatto giorno, alle 6, il Pelikan di Bressanone ha provveduto a recuperare il ragazzo e i tre soccorritori rimasti con lui, imbarcandoli con il verricello per poi trasportarli a Palus San Marco. Il resto delle squadre è rientrato a piedi. L’intervento si è concluso alle 8.

Poiché in quota la neve è ancora abbondante e le condizioni sono invernali il Soccorso alpino invita alla prudenza, a dotarsi in ogni caso dell’opportuna attrezzatura, di ramponi e piccozze, e a muoversi in determinati ambienti se adeguatamente preparati.

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