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lunedì 16 Giugno 2025,

Sicurezza sismica, dalla Regione 35 milioni per l’ospedale San Martino

I lavori inizieranno con ogni probabilità nel 2021. Scelta la soluzione meno "invasiva", che prevede interventi sulla parte esterna dell'edificio. Nello studio di fattibilità dell'Ulss del 2018 ci sono altri 9 edifici, dall'ospedale di Pieve a quello di Agordo.

Sicurezza sismica, dalla Regione del Veneto arrivano le risorse per intervenire sull’ospedale San Martino di Belluno. Precisamente 35 milioni, grazie ai quali l’edificio potrà raggiungere un livello di sicurezza pari almeno al coefficiente 0.6 fissato dalla normativa regionale. «Siamo arrivati a coronamento di un percorso iniziato ormai due anni e mezzo fa», ha commentato il direttore generale dell’Ulss 1 Dolomiti, Adriano Rasi Caldogno. «La Regione si è mobilitata presentando il progetto nell’ambito del riparto fondi del Cipe dedicato a investimenti su corpi sanitari per antincendio, antisismica e adeguamenti tecnologici. Nel momento in cui ci sarà la concreta disponibilità dei 35 milioni di euro si potrà partire con l’appalto, prima della progettazione e poi dei lavori». Trattandosi di gare europee ci vorrà tempo e con ogni probabilità il cantiere potrà essere aperto nel 2021. Per l’esecuzione dell’opera, il cui totale ammonta a 30 milioni e 750 mila euro, serviranno dai 3 ai 5 anni. Interessati dai lavori saranno i padiglioni A, D, E, C ed F del San Martino, oltre all’edificio che ospita “Casa tua 2”, il magazzino-economato, i locali tecnologici, la “vecchia” pediatria, la portineria esterna (all’ingresso del parcheggio).

«Il tutto è nato a ottobre dello scorso anno», ha aggiunto Rasi Caldogno, «quando è stato aggiudicato all’associazione temporanea di imprese con capogruppo l’ingegner Renato Vitaliani di Padova il servizio tecnico di verifica di vulnerabilità sismica e la progettazione di fattibilità tecnico ed economica di miglioramento sismico per dieci strutture aziendali di tutto il territorio provinciale: oltre all’ospedale di Belluno, anche quelli di Pieve di Cadore e Agordo, il centro sanitario polifunzionale di Auronzo, l’ospedale di Feltre, l’edificio polifunzionale di Cusighe nel capoluogo e quello di via Marconi a Feltre, il Centro psichiatrico e la comunità alloggio di Pullir a Cesiomaggiore, la comunità alloggio Cart di Feltre».

La scelta progettuale, per tutti gli edifici, è quella di inserire un nuovo sistema strutturale deputato all’assorbimento delle azioni sismiche, lasciando alla struttura esistente l’onere di sostenere le sole forze verticali gravitazioniali. «Questo anche per l’ospedale San Martino», ha precisato l’ingegner Stefano Lazzari del Servizio tecnico dell’Ulss. «Nella fase di studio di fattibilità abbiamo confrontato due proposte di intervento: il posizionamento di setti in calcestruzzo armano distribuiti sia sul perimetro esterno degli edifici che all’interno; la posa di telai in acciaio dotati di dispositivi di dissipazione dell’energia installati prevalemente sul perimetro esterno. A parità di risultato in termini di sicurezza, è stata scelta questa seconda opzione, in quanto meno invasiva. Durante i lavori l’attività dei reparti dovrà comunque andare avanti e la soluzione di intervenire con nuovi elementi strutturali concentrandosi all’esterno è la più adatta. Oltre che più semplice dal punto di vista esecutivo, vista la possibilità di pre-assemblare fuori opera buona parte delle strutture di controvento in acciaio».

Si procederà anche al rinforzo dei nuclei in cemento armato esistenti (vani scala/ascensori) e delle relative fondazioni, oltre che alla realizzazione di giunti sismici tra i diversi padiglioni. In pratica, la parte esterna del San Martino, nelle areee oggetto di intervento, sarà inserita in una sorta di “gabbia”. «Si cercherà poi in “ingentilire” e abbellire il tutto con accorgimenti che verranno studiati», ha commentato Rasi. «Ringraziamo la Regione e in particolare il consigliere Franco Gidoni per l’impegno in quinta commissione e non solo. Quello per il San Martino è in assoluto uno degli investimenti più elevati arrivati all’Ulss per un singolo intervento relativo al “contenitore” di una struttura sanitaria».

«L’ospedale di Belluno è stato costruito, a suo tempo, nel rispetto delle normative vigenti», ha fatto presente Gidoni, «ma le prescrizioni evolvono e gli edifici devono adeguarsi, come del caso dell’antisismica. In caso di calamità, inoltre, l’ospedale ha un ruolo strategico e deve garantire massima efficienza e operatività. Ricordiamo poi che siamo riusciti ad accedere al finanziamento perché c’era un progetto pronto. E dietro al mondo degli operatori sanitari, come medici e infermieri, ci sono tutte quelle professionalità che si occupano degli aspetti tecnici e, appunto, della sicurezza degli edifici».

Lo studio di fattibilità del 2018 a firma dell’ingegner Vitaliani ha colmato una lacuna. «Fino a 10-15 anni fa avevamo in mano documenti poco affidabili», hanno detto Rasi caldogno e Lazzari, «con un livello di conoscenza solo “su carta”. Le indagini condotte nei mesi scorsi hanno invece interessato anche in modo concreto gli edifici, con carotaggi e analisi sul posto». Le altre 9 strutture inserite nell’elenco necessiteranno di interventi simili a quelli previsti per il San Martino. Nello specifico, sul tavolo ci sono già dei piani per gli ospedali di Auronzo, Pieve e Agordo. «Si tratterà di intercettare ulteriori risorse per finanziare anche le prossime opere», ha affermato Gidoni. «L’ospedale di Lamon non è inserito nell’elenco in quanto gode già di un finanziamento a parte di 5 milioni», ha ricordato Rasi. «Sul fronte dello stato degli edifici, non necessariamente le parti costruire in tempi più recenti sono “messe meglio” rispetto a quelle più datate. Un paradosso, pensandoci bene, ma c’è stato un periodo tra gli anni Sessanta e Settanta in cui le tecnologie di costruzione utilizzate si sono poi rivelate non efficaci dal punto di vista dell’antisismica. E all’ospedale Codivilla di Cortina, per fare un esempio, sarà necessario demolire una parte della struttura e, paradossalmente, è una di quelle erette più di recente». 

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