Le novità introdotte in via definitiva dal Decreto Crescita vigente dallo scorso 1° maggio (anche se per la corretta applicazione è opportuno attendere l’apposito provvedimento entro il 30 luglio) prevedono lo sconto sulle fatture per gli interventi relativi all’ecobonus e al sismabonus. «Questa nuova opportunità», spiega il direttore di Confartigianato Belluno, Michele Basso, «può divenire un assist importante per la riqualificazione e innescare un maggiore dinamismo nel mercato delle costruzioni. Per questo non siamo contrari, anzi siamo favorevoli, allo sconto in fattura. Tuttavia la misura necessita di essere rivista prima della sua definitiva applicazione sulla parte riguardante la cessione del credito, perché rischia di creare una discriminazione delle pmi artigiane a vantaggio degli operatori di maggiori dimensioni e capacità finanziaria e rischiando di restringere le possibilità di offerta per i consumatori finali».
La norma prevede infatti che i cittadini che effettuano lavori di riqualificazione energetica o antisismici possano chiedere, in alternativa alla detrazione fiscale dal 50% all’85% spalmabile in 10 anni, uno sconto immediato sulle fatture da parte dell’impresa che ha realizzato i lavori.
Sconto che l’impresa potrà farsi rimborsare dallo Stato tramite un corrispondente credito d’imposta da utilizzare esclusivamente in compensazione, in cinque anni. Inoltre, l’impresa potrà scegliere di cedere il credito così acquisito ai suoi fornitori di beni e servizi. Non potrà invece cederlo a istituti di credito e intermediari finanziari.
«In merito alla fruizione di tale sconto», prosegue il direttore Basso, «la norma richiede l’esercizio di un’opzione, facendo in tal modo capire che il fornitore, alla richiesta del contribuente, non è obbligato a concedere lo stesso». Per dare un’idea, a fronte di un intervento di riqualificazione energetica per cui è stato pattuito un corrispettivo pari a 10.000 euro, lo sconto è pari al 65% e quindi il beneficiario paga al fornitore 3.500 euro. Dal canto suo, l’imprenditore artigiano può recuperare lo sconto sotto forma di credito di imposta da utilizzare in compensazione in cinque quote annuali di pari importo.
«È proprio questo meccanismo però a penalizzare le piccole imprese del “sistema casa” che non dispongono della capacità finanziaria per anticipare lo sconto al cliente e non sono in grado di sopportare l’onerosità dell’operazione di cessione del credito», aggiunge. «Di fatto, con la misura del Decreto Crescita le piccole imprese rischiano di essere tagliate fuori dal mercato». Confartigianato ha segnalato lo sconto in fattura all’Autorità garante della Concorrenza e del mercato perché premia i grandi a discapito dei piccoli, ottenendo una pronuncia favorevole dall’Antitrust. «Confidiamo pertanto», conclude il direttore Basso, «che l‘attuale impostazione della misura sull’ecobonus possa essere rivista al più presto e prima che l’Agenzia delle entrate intervenga emanando il provvedimento di attuazione, in modo che non si alterata la concorrenza a danno degli artigiani del sistema casa».
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