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domenica 8 Giugno 2025,

Scuola Gabelli, il 4 novembre apre il cantiere per il recupero

Oggi, lunedì 21 ottobre, la consegna dei lavori da parte del Comune di Belluno all'associazione temporanea delle aziende padovane Atheste Costruzioni e Ranzato.

Nell’ottobre 2007 il primo crollo. Nel maggio 2009 il secondo, che portò alla chiusura della scuola, dichiarata inagibile. Ora, dopo 12 anni, è iniziato il recupero. Stiamo parlando della scuola Gabelli di Belluno. Nella mattinata di oggi, lunedì 21 ottobre, la consegna dei lavori da parte del Comune all’associazione temporanea delle aziende padovane Atheste Costruzioni e Ranzato. Il cantiere aprirà il 4 novembre, in contemporanea con quello di Palazzo Crepadona, sempre nell’ambito del piano di rigenerazione urbana. L’edificio delle Gabelli, una volta restaurato e integrato con nuove funzioni, andrà a ospitare non solo la scuola primaria, ma anche quella dell’infanzia e il polo “Primi passi”.

«Nella nuova Gabelli verranno trasferiti i bimbi del Cairoli», ha precisato il sindaco di Belluno, Jacopo Massaro, «e per quanto riguarda i “primi passi”, che rappresentano una sorta di asilo nido, vedremo che necessità emergono dalle strutture di Levego e Cavarzano». Nei locali dello storico edifico scolastico del centro città verranno ospitate anche le iniziative legate al progetto Rice (Rete Internazionale delle Città Educative), di cui Belluno è entrata a far parte ufficialmente, nelle scorse settimane, con la firma di una convenzione e di un protocollo.

I lavori alla Gabelli hanno una durata prevista di 540 giorni. Se tutto andrà come da cronoprogramma, la scuola potrebbe riaprire a settembre 2021. «Quella di oggi è davvero una giornata storica», ha sottolineato ancora Massaro. «Questo intervento è stato voluto fortemente da questa amministrazione, ma anche da tutti i cittadini bellunesi e in particolar modo dall’Associazione Cittadini per il recupero della Gabelli, che ha sempre tenuto alta l’attenzione. Dopo 12 anni, inizia il recupero dell’edificio; una scuola simbolo per i bellunesi e che, dopo questi lavori, vedrà rinverditi e attualizzati i metodi educativi e pedagogici di Pierina Boranga. Oggi partono i lavori “fisici” alla struttura, ma già nei giorni scorsi abbiamo dato il via alla rigenerazione “immateriale” di questa scuola, con l’ingresso di Belluno nella rete internazionale Rice delle città educative che, in collaborazione con università italiane e straniere, porterà nuove competenze e conoscenze nell’ambito dell’educazione e della pedagogia».

Nel 2016 l’edificio scolastico era stato oggetto di un intervento di miglioramento sismico, per un importo di un milione e 400 mila euro, messi dal Comune. «La prima fase ha riguardato solo gli aspetti strutturali», ha fatto presente l’architetto Carlo Erranti, dirigente del Comune. «Si è cominciato con il consolidamento dei solai: era stato proprio il crollo del soffitto in alcune aule la causa della chiusura della scuola, nel 2009». Gli interventi alle guaine del tetto sono stati possibili grazie al contributo del Fondo Ambiente Italiano per i “Luoghi del cuore”.

Il cantiere che aprirà tra pochi giorni vedrà l’esecuzione di lavori che ammontano a quasi 5 milioni e 300 mila euro. Importo coperto prevalentemente da risorse comunali, alle quali si aggiungono i fondi del Bando periferie per la rigenerazione urbana. A illustrare i lavori in progetto sono stati i responsabili dell’Atheste Costruzioni, con in testa il titolare Orlando Finco, e gli architetti dello Studio Cucinella, presenti alla cerimonia di consegna lavori con alcuni rappresentanti dell’amministrazione comunale: verranno mantenuti i pavimenti di pregio, con mosaici e inserti in ottone; verrà migliorato l’impianto di riscaldamento, con l’installazione di un impianto a pavimento in tutte le 25 classi; verranno sostituiti gli infissi, seguendo le indicazioni della Soprintendenza.

«Verrà conservato lo spirito originario che ispirò Pierina Boranga», ha evidenziato l’architetto Laura Mancini. «L’intervento di ristrutturazione edilizia e di riqualificazione architettonica diviene occasione per dare nuovamente alla scuola Gabelli il lustro di un tempo. Un intervento delicato, di chirurgia estetica che vuole recuperare i fondamenti del metodo Pizzigoni, valorizzarli ed enfatizzarli. Al contempo si prevede l’integrazione di nuove funzioni, una revisione delle configurazioni spaziali partendo dall’analisi del modo in cui l’edificio è vissuto nell’arco della giornata, il tutto senza trascurare gli aspetti relativi al benessere e il comfort interno».

Per fare qualche esempio, saranno mantenute le grandi vetrate tanto volute dalla Boranga, ma adottando soluzioni che rendano i serramenti funzionali e sicuri. Saranno mantenuti anche laboratori e mensa, mentre la piscina verrà trasformata, conservando la sua architettura originaria, in una sorta di aula teatrale. «Gli archivi presenti all’interno della scuola sono stati spostati per il tempo dei lavori», ha aggiunto Massaro, «e si provvederà a restaurare gli spazi della Gabelli affinché questa documentazione vi ritrovi spazio, con la funzione di conservare la storia. Ci saranno delle aree dedicate al “culto” della Gabelli».

L’obiettivo è anche quello di rimette a nuovo il giardino. «Dopo la tempesta Vaia si è proceduto al taglio di due alberi pericolanti», ha detto Massaro, «e in questo momento non vi è la necessità di procedere con ulteriori potature, a meno che non ci siano oggettivi problemi di sicurezza». Per quanto riguarda gli arredi, non sono compresi nell’appalto: «Ci siamo già impegnati per trovare le risorse», ha assicurato il sindaco, «e l’idea è di realizzare qualcosa di innovativo».

1 commento

  • Sono felicissimo per l’avvio dei lavori di ristrutturazione della Gabelli, che ho frequentato per tre anni, dopodichè ho dovuto trasferirmi a Verona nel 1962 per motivi di lavoro dei miei genitori.
    Ho ancora nella mente quando si andava nell’orto della Scuola per la semina (un caro pensiero va anche al giardiniere Nenz, che ci dava spiegazioni e consigli), affinchè crescessero fagioli e piselli! Poi ricordo anche la ginnastica all’aria aperta e l’alzabandiera.
    Il metodo educativo e l’insegnamento erano unici, tanto che proseguendo gli studi della 4a e 5a elementare a Verona, mi sono trovato totalmente spiazzato, rimpiangendo il metodo “bellunese”.
    Cara e unica Gabelli, ti ho vista lo scorso anno decrepita e anonima, ti voglio rivedere nel 2021 bella ed “unica”, orgoglio dei bellunesi ed invidiata da tutti!!
    Franco Ponte, nato a Belluno nel 1953 e sempre rimasto legato affettivamente a questa bella città!

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