Bilancio soddisfacente per il tradizionale pellegrinaggio nella Repubblica Ceca organizzato dalle Sezioni Alpini di Belluno e Conegliano, per onorare i 5.276 caduti italiani della Grande Guerra che sono sepolti nel cimitero di Milovice a pochi chilometri da Praga. Le penne nere bellunesi erano guidate dal presidente Angelo Dal Borgo, dai vice Lino De Pra e Giuliano Moretti e dal segretario Giuliano Pastori.
La comitiva è stata dapprima ricevuta all’Ambasciata d’Italia della capitale cèca, ospiti dell’ambasciatore dottor Francesco Saverio Nisio e alla presenza del corpo diplomatico italiano, nonché di autorità civili e militari cèche. Dopo le presentazioni e le allocuzioni di rito, il Coro Minimo Bellunese, diretto dal maestro Gianluca Nicolai e presieduto da Giorgio Dal Farra, sì è esibito con alcune canzoni alpine e gli inni nazionali italiano e cèco. Momento particolarmente struggente è stato l’esecuzione di “Io resto qui: addio!”, testo attribuito a Giuliano Penco, riferito ai tragici fatti del fronte russo agli inizi del 1943 e messo in musica da Giorgio Susana.

Il giorno seguente la delegazione italiana si è recata al cimitero di Milovice, che fu realizzato nel 1915 su un’area di 5.000 metri quadrati e dove furono internati, dopo Caporetto, oltre diecimila nostri combattenti: pochi ritornarono, la stragrande maggioranza vi morì di fame e sofferenze atroci. In seguito per parecchi decenni quel luogo fu base militare delle forze del Patto di Varsavia. Caduto il muro di Berlino, nel 1991 la popolazione e le istituzioni locali vollero trasformarlo in cimitero per accogliere parecchie migliaia di caduti di varie nazionalità e dare loro degna sepoltura.

Dopo la solenne cerimonia al cimitero, con la posa delle corone e gli onori ai caduti, la comitiva italiana si è trasferita nella chiesa parrocchiale della vicina cittadina di Lysá nad Labem per la celebrazione della Santa Messa. Inoltre, davanti al monumento che ricorda italiani, russi e francesi, eretto dai cittadini cèchi in ricordo dei caduti lontani dalle loro rispettive patrie, sono stati resi gli onori ed è stata posata una corona d’alloro.
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