L’anno si chiude con un importante intervento alla Chirurgia di Feltre diretta da Umberto Montin. Un 60enne, albanese di origine, affetto da una rara neoplasia di oltre 20 cm di diametro che coinvolgeva le ultime costole toraciche di destra, la parete addominale e il diaframma è stato sottoposto a un intervento chirurgico al Santa Maria del Prato. L’uomo si è presentato in ospedale mostrando l’enorme massa tumorale che lo affligeva da alcuni mesi e che modificava il normale profilo fisico, provocandogli enorme sofferenza. Giudicato non operabile nel suo paese, dopo aver ottenuto la tessera sanitaria provvisoria, è stato preso in carico dalla Chirurgia di Feltre.
Da subito i sanitari si sono resi conto dell’enorme difficoltà di trattare una neoplasia di tali dimensioni, anche perché coinvolgeva, oltre al costato, il muscolo diaframmatico e la parete addominale. «La nostra perplessità», spiega il dott. Montin, direttore del dipartimento di area chirurgica, «non veniva tanto dalla fase demolitiva, cioè l’asportazione della massa e degli organi muscolari coinvolti, ma dalla necessità di ricostruire la parete toracica, addominale e dal tratto diaframmatico che così venivano ad essere mancanti». Per questo si è fatto ricorso a una protesi innovativa, una impalcatura senza cellule ottenuta dalla cotenna di maiale che, oltre a dare una consistenza meccanica, garantisce un terreno di crescita per le cellule umane del paziente che, successivamente, andranno a colonizzare questa impalcatura, permettendo una completa guarigione.
Il dottor Montin ha eseguito la prima fase dell’intervento, cioè quella demolitiva. «Ho asportato completamente la massa neoplastica delle dimensioni di un pallone da calcio», spiega, «assieme alle ultime tre costole toraciche di destra e ad una porzione di diaframma e di parete addominale. Questo ha lasciato esposto il polmone di destra, assieme al fegato e all’intestino, una vera “voragine”». È a questo punto che è stata utilizzata la protesi innovativa di 20×15 cm che, dopo essere stata fissata al perimetro della voragine, è stata successivamente ricoperta.
«Ho fatto ricorso alla chirurgia che normalmente utilizzo per ridare “vita” alle donne operate al seno», racconta il dott. Mauro Dal Soler che ha provveduto a peduncolizzare il muscolo gran dorsale e a coprire l’intera protesi per restituire al paziente una normale conformazione e funzione muscolare.
Il paziente ha passato una notte in terapia intensiva e successivamente è stato ricoverato in reparto e dimesso dopo sette giorni con un decorso regolare. «È stato un lavoro di squadra che ha coinvolto molteplici professionalità e competenze», sottolinea Montin, «è stato solo grazie alla discussione multiprofessionale, alla sinergia data dalle molteplici esperienze e dalla capacità di lavorare in gruppo che siamo riuscita a gestire e trovare la soluzione» .
«Un ringraziamento mio e dei mie figli alle vostre famiglie tutte, che per dare a noi pazienti la possibilità di essere curati da queste mani si privano per tanto tempo della vostra presenza e del vostro affetto; grazie per tutto quello che prestate a questa professione al pari di una vera missione. Voi in Italia avete una sanità all’avanguardia, fatta di professionisti di alto livello e di questo dovete esserne orgogliosi», ha detto il paziente ai medici alla dimissione.
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