Oggi, 31 dicembre, si celebra il nono anniversario della tragica e prematura scomparsa del Caporal Maggiore Matteo Miotto, effettivo al 7° Reggimento Alpini, ucciso all’età di 24 anni nella missione di pace in Afghanistan, missione che ha visto schierato nel 2010, il Reggimento di stanza a Belluno. Matteo fu colpito a morte durante il suo turno di guardia in un altana situata nell’avamposto “Snow” di Buji, distretto del Gulistan, provincia di Farah, quando, tra tutti i suoi colleghi Alpini del 7’ ancora viva e aperta era la ferita per la scomparsa – era il 9 ottobre – dei quattro colleghi Gianmarco Manca, Francesco Vannozzi, Sebastiano Ville e Marco Pedone, investiti dallo scoppio di un IED durante una scorta, anch’essi nel distretto del Gulistan.
Alla memoria di Matteo Miotto sono state conferite nel 2011 la Croce d’Onore e nel 2012 la Medaglia d’Argento al valore dell’Esercito per le sue straordinarie qualità morali e professionali espresse durante il suo periodo di servizio. «Definito chiaro esempio di elette virtù militari, che con il suo estremo sacrifico ha dimostrato altissimo attaccamento al servizio e non comune senso del dovere, tenendo alto l’ideale di pace e solidarietà tra i popoli», ricorda Alessandro Farina, responsabile Consulta provinciale Ffaa e Sicurezza-Fratelli d’Italia. «Il primo caporal maggiore Matteo Miotto, riposa oggi nel cimitero della sua città, Thiene, in provincia di Vicenza, nell’area riservata ai caduti della Grande Guerra. Matteo prima di partire, aveva lasciato questo suo testamento in caso di morte, avrebbe voluto essere sepolto in quella parte di cimitero nella quale riposavano i caduti della prima guerra mondiale. Sappiamo che all’interno del 7° Reggimento Alpini, ogni militare neo assegnato alla Salsa-D’Angelo, passa dalla Cappella che custodisce protette in una teca le foto di Matteo, Gianmarco, Francesco, Sebastiano e Marco. Un saluto dovuto, a chi ha elevato la propria vita per i valori di questa Forza Armata e delle istituzioni. Loro sono e saranno sempre un pezzo del 7° Alpini. Come già comunicai nella nota del 9 ottobre, il mio desiderio e sogno, sarebbe vedere a loro dedicata una via cittadina, un luogo, anche solo erigere un piccolo monumento, simbolo indelebile del ricordo e del ringraziamento che la città di Belluno porge nei confronti di questi uomini. Un luogo pubblico dove anche il 31 dicembre e non solo, Matteo Miotto e i suoi colleghi, possano essere ricordati. Rimango a disposizione di qualsiasi amministrazione sul territorio provinciale, che ne voglia cogliere la mia richiesta e darne seguito».
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