Bombe che sembrano giocattoli, sui greti dei fiumi, sulle colline, nelle campagne. Bambini vittime principali di una guerra a posteriori: quella degli ordigni bellici inesplosi.
È il tema che questa mattina, lunedì 20 gennaio, è stato affrontato alla scuola media “Rocca” dell’Istituto comprensivo di Feltre, con il progetto «De-Activate». Protagonisti dell’incontro, che si è tenuto in aula magna con le classi terze e seconde, l’associazione nazionale vittime Civili di Guerra Onlus, e il Dipartimento Ordigni Bellici inesplosi, rappresentato da Giovanni Lafirenze, e il Csv di Belluno con la presenza di Paolo Candeago.

«Quello che portiamo nelle scuole», spiega Michele Vigne, vicepresidente nazionale dell’associazione nazionale Vittime Civili di Guerra, «è un progetto, promosso in collaborazione col Ministero della Istruzione e delle Politiche comunitarie, che vuole far conoscere ai ragazzi la crudeltà innanzi tutto della guerra, e quelle che sono poi le conseguenze anche dopo molti anni. Tonnellate e tonnellate di bombe che sono ancora attive e nascoste chissà dove, ma pronte ad esplodere. Tutta la nostra vallata bellunese è interessata dal fenomeno. Ci sono 130mila persone, in Italia, che hanno subito danni da bombe inesplose: noi cerchiamo, come associazione, di fare in modo che altri non debbano subire quello che abbiamo subito noi».
Durante l’incontro, la proiezione di un documentario storico del 1950 di don Carlo Gnocchi con la collaborazione di De Sica e Zavattini dal titolo «I bambini ci giuocano» che ha raccontato la storia di bambini colpiti dal dramma delle esplosioni.
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1 commento
Denis Secco
Nel 1958 straziato da un ordigno nel torrente Stizzon Seren del grappa
Amputazione della mano six e mano destra disastrata, ferita gamba e corpo straziato da schegge.
Sono sopravvissuto portando mutilazioni con vergogna ..poi passando il tempo mi sono abituato.
I miei genitori contadini, tramite un avvocato, hanno richiesto il risarcimento o la pensione che sono state negate minacciandoli di denuncia per abbandono di minore.
Dopo 15 anni è stato concesso un misero pietatis causae.
Oltre le mie mutilazioni e la mia difficile esistenza porto l’astio contro le istituzioni.