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martedì 10 Giugno 2025,

Migliaia di fiori e piante da gettare: florovivaisti in ginocchio

Gli operatori del settore, nell'emergenza coronavirus, chiedono di regole uguali per tutti e di poter consegnare le piante a domicilio.

«Stiamo buttando migliaia di piantine al macero e perdendo centinaia di migliaia di euro di fatturato. Ma quello che ci fa più rabbia è vedere che i giganti del web possono consegnare piantine a domicilio e noi no, e che i supermercati vendono piante e terriccio che si fanno arrivare dall’Olanda, mentre noi siamo costretti allo stop. Questo non è giusto. Servono regole uguali per tutti». Lo sfogo è di Francesco Montagnese, referente dei florovivaisti di Confagricoltura Belluno e titolare del vivaio Top Green di Feltre: da più di un mese, come tutti i vivai del Veneto, è stato costretto a chiudere l’azienda e non può vendere neanche una piantina.

«Per noi florovivaisti bellunesi i mesi primaverili costituiscono il 50 per cento del giro commerciale annuo», spiega. «Siamo in piena produzione con gerani, viole, petunie e tante altre piante da fiori, ma anche con tutte le piante aromatiche e le piantine da orto del periodo: insalate, cappuccio, verze, porri, prezzemolo, alberi da frutto. La gente di montagna aspetta questo periodo tutto l’inverno per uscire di casa e comprare quello che serve per l’orto, il campo e il giardino, compresi terriccio e letame. Invece è tutto fermo. Qualcuno dice che noi potremmo portare le piante a domicilio, altri dicono di no. Facciamo parte del settore primario, quindi possiamo o no ritenerci inclusi tra le attività di prima necessità previste dal decreto? Visto che le piante sono in produzione, possiamo recapitarle a casa? Ci vorrebbe qualcuno che facesse chiarezza e ci desse risposte. Non possiamo rischiare la denuncia penale perché ci ferma la Finanza e ci dice che non siamo in regola».

Montagnese, che ipotizza per questo lungo stop una perdita di fatturato pari a 80.000 euro, trova ingiusto anche che i supermercati possano vendere tutto quello che, in questo periodo, vendevano solitamente i vivai: «Trovo che sia concorrenza sleale. Non è giusto che loro riempiano lo spazio libero lasciato da noi. Così come non è giusto che stiano vendendo piante e fiori a tutto spiano le aziende online, che stanno recapitando a casa qualsiasi cosa. O ci fermiamo tutti o nessuno, le regole devono essere uguali per tutti. Io troverei corretto che anche noi potessimo portare la merce a casa, rispettando le norme di sicurezza con mascherine e guanti. Voglio ricordare che in questo momento, in cui molte famiglie si attrezzavano per fare il proprio orto familiare, non è possibile per tanta gente di montagna trovare le piantine, con la conseguenza che non potranno produrre gli ortaggi a loro necessari per la prossima estate. Molte persone saranno costrette a comperare gli ortaggi prodotti chi sa dove e a che prezzo, anziché raccoglierli nel proprio orto. E questo sarà un danno soprattutto per gli anziani che hanno pensioni basse e devono fare economia per sopravvivere».

Montagnese ricorda, infine, che in questo momento così difficile i fiori possono anche alleviare la tristezza e la sofferenza: fanno bene al morale e alla salute. «Ho regalato tante bellissime orchidee all’ospedale Santa Maria del Prato per ringraziare medici, infermieri e tutto il resto del personale in prima linea per tutti noi», conclude. «È stato bello ricevere in cambio un sorriso. Ed è quello che vorremmo di nuovo vedere sui volti delle persone, portando a casa piante e fiori».

2 commenti

  • Trovo sia corretto lasciare che le piccole aziende possano sopravvivere attraverso la riorganizzazione con consegne a domicilio rispettando un le norme di sicurezza ed utilizzando i DPI appropriati ….trovo che sia così un modo per continuare a poter fare trovare alle persone costrette a casa le più svariate passioni …. passatempo hobby per impegnare corpo e mente per non impazzire….e perché no da condividere con i figli e crescere come le piante in un nuovo “giardino” di colori ve di valori.

  • … sono d’accordo con Federica…Credo sarebbe più che giusto permettere ai florovivaisti ed alle fiorerie in genere, che ne abbiano voglia e possibilità, di fare le consegne a domicilio ottenendo due risultati positivi: 1) loro continuano a lavorare contenendo in parte i danni economici conseguenti a questa situazione 2) sicuramente sarebbero una nota di buon umore e positività per tutte le persone costrette a casa, proprio tutte anziani, adulti e bambini, perchè i fiori e le piante sono vita, sono natura e sono rinascita!

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