Contatti personali e attenzione ai più poveri: è quanto la Chiesa evangelica bellunese, comunità evangelica presieduta da Davide Ravasio, propone in questo tempo di sospensione dagli incontri di preghiera e di evangelizzazione.
«Le due attività fondamentali sono rimaste indenni alle disposizioni, del tutto legittime, da coronavirus – dice Ravasio – e sono innanzitutto la cura dei credenti; le attività di preghiera e di culto sono migrate sui social, così come lo studio biblico: ora tutto è su Facebook e YouTube, in modo tale da poter dare assistenza spirituale». L’esperimento sta dando i suoi frutti: «sta riscontrando un discreto successo: si riesce a creare comunità e spiritualità in famiglia», sostiene Ravasio.
Inoltre «quello che stiamo facendo è cercare di assistere le persone nel bisogno tramite i sussidi di pacchi alimentari, non solo per le persone appartenenti alla nostra comunità, ma per ogni altro bisogno; il tutto in collaborazione con il Comune». Ravasio e la sua comunità, che ha la sede a Salce, una sede vuota in questo momento come tutte le chiese, stanno apprezzando in questo frangente «un valore dell’annuncio evangelico: le persone sono state sensibilizzate e rafforzate dalla predicazione». Il riferimento è ai momenti di difficoltà psicologica. «Molte persone si ritrovano a essere disorientate; le certezze stanno venendo meno: non si sa quando si uscirà dal lockdown. Oggi la struttura antropologica e la fragilità dell’uomo sta emergendo, proprio quando la società ha escluso la fede e quindi le persone raccolgono questa semina. Alcuni vivono questi giorni con problemi di carattere psicologico molto importante. Di fronte a tutto questo il nostro è annuncio sempre di speranza e di opportunità».
Mentre Ravasio, la sua famiglia e i suoi collaboratori stanno preparando le prossime attività di evangelizzazione sui social concludono «con la nostra solidarietà a tutte le persone che si ritrovano in difficoltà in questo momento e ringraziamo tutte le persone che in prima linea si stanno impegnando; preghiamo per le autorità, l’amministrazione, gli operatori sociosanitari».
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