«Il compito di un’amministrazione è quello di discernere tra le legittime dichiarazioni del personale e qualsiasi forma di speculazione politica, che su questa vicenda si sta purtroppo costruendo, rappresentata ad esempio dall’additare responsabilità dirette in questa fase, utilizzare dichiarazioni estrapolate dal loro contesto, indicare presunti untori, sollevare presunte incompatibilità, spacciare per proprie soluzioni messe in campo da altri». Con una nota inviata nel pomeriggio di oggi, mercoledì 29 aprile, il sindaco del Comune di Borgo Valbelluna, Stefano Cesa, commenta la lettera che gli operatori e le operatrici sanitarie della casa di riposo di Trichiana hanno scritto al Comitato parenti Centro Servizi Anziani.
Una lettera da cui si evince che i dipendenti della struttura sono stati in pratica costretti a comprarsi in modo autonomo le mascherine. «I primi presidi (mascherine)», si legge nella lettera, «sono stati acquistati da noi ed indossati di nostra spontanea volontà, non tanto per timore di venir contagiati, ma in quanto consapevoli che noi, avendo contatti con l’esterno della struttura, saremmo potuti essere veicolo di contagio. Dapprima abbiamo incontrato una certa opposizione da parte della direzione, con la motivazione che questo comportamento potesse creare preoccupazione negli ospiti e venendo considerati come in preda ad una psicosi collettiva, dettata dalle notizie che circolavano su giornali e sui Tg».
Parole pesanti e preoccupanti, a cui si aggiungono altre dichiarazioni: «Con la presente desideriamo informare che la nostra fiducia, più volte messa alla prova in questi anni, è stata per l’ennesima volta tradita, oltretutto mettendo a rischio la salute dei nostri ospiti, del personale e delle nostre famiglie. Anche ora, nei momenti più difficili prosegue la missiva, percepiamo la non comprensione da parte della dirigenza della reale portata del problema».
«In questa escalation di eventi che ha coinvolto la struttura di Trichiana», sottolinea Cesa, «i suoi ospiti, i familiari, gli operatori vogliamo ribadire ancora una volta la posizione netta e trasparente che l’amministrazione comunale ha sempre tenuto su questa vicenda e continuerà a tenere da qui in avanti al fine, una volta conclusa questa fase emergenziale, di ricostruire con correttezza e lucidità quanto accaduto ed individuare le motivazioni che hanno portato a questa situazione. È ferma intenzione e impegno dell’amministrazione ricostruire quanto accaduto. Ma non ora. L’obiettivo adesso è quello di convogliare tutte le forze in campo affinché si esca il prima possibile da questa emergenza. Ma è necessario attendere il superamento dell’emergenza stessa anche per poter analizzare lucidamente l’accaduto senza l’enorme difficoltà psicologica ed emotiva che in questo momento ci attanaglia tutti».
Secondo Cesa «occorre però fin d’ora fare chiarezza su alcune insinuazioni e strumentalizzazioni politiche che si sono instaurate su tutta questa vicenda, in particolare per quanto riguarda la mobilitazione di forze militari a supporto del personale della Casa di Riposo di Trichiana. Tale ipotesi, per potersi avverare, aveva la necessità di essere condivisa e avvallata da tutti i soggetti in campo, non solo dall’amministrazione comunale ma anche dalla stessa direzione sanitaria dell’Ulss 1 Dolomiti e dall’assessorato regionale competente. Con l’Ulss 1 Dolomiti, con la quale ci siamo sempre interfacciati durante questa drammatica situazione e che rappresenta l’unico soggetto competente in
questa emergenza sanitaria, è stata infatti condivisa una procedura totalmente diversa che ha portato in struttura 16 nuovi operatori (oltre a 5 operatori aggiunti alla struttura di Lentiai) provenienti da altre strutture socio-sanitarie o dallo stesso ospedale, da cooperative o assunti direttamente».
«L’impegno dell’amministrazione e della direzione della Valbelluna Servizi a fianco della struttura di Trichiana è stato continuo fin dal primo giorno dell’emergenza ed è totale anche in questo momento», aggiunge Cesa. «Il nostro atteggiamento di rispetto e fiducia nei confronti di tutto il personale operante nelle tre strutture fa sì che le segnalazioni presenti oggi sulla stampa saranno oggetto di massima considerazione, ma è altresì doveroso informare che la direzione ha già provveduto a rispondere puntualmente alle segnalazioni provenienti dalle sigle sindacali con una nota trasmessa all’Ulss. Al personale deve e sarà data risposta puntuale, verificando in maniera trasparente quanto sostenuto e più in generale le cause che hanno portato a questa situazione».
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