All’indomani della strage di pecore a Carpen Diego Donazzolo, presidente di Confagricoltura Belluno, ritiene che la misura sia colma. Troppe le predazioni in questi anni e ora, alle porte della stagione dell’alpeggio, tra gli allevatori torna la paura: «Pochi giorni fa il lupo ha dilaniato i cervi a Celarda e adesso assistiamo a una vera e propria mattanza e la cosa grave è che è avvenuta vicino a Feltre», dice Donazzolo. «Un centro abitato, non la malga sperduta sui monti. Dopo anni in cui gli allevatori chiedono aiuto e dicono che la convivenza tra loro e il lupo non è possibile, ritengo sia venuta l’ora che si costituiscano in comitato e valutino se intraprendere azioni legali per chiedere i danni a chi doveva tutelarli e non l’ha fatto. E parlo anche del ministro dell’ambiente Sergio Costa, che nel suo piano ha escluso le azioni di contenimento della specie predatoria. Al ministro vorrei chiedere come mai in tutta Europa, dalla Francia alla Germania, dalla Svizzera all’Austria, i lupi si catturano mentre nel suo piano si parla di “conservazione e risoluzione sostenibile dei conflitti”. Non c’è una mediazione, bisogna scegliere: o gli allevatori o il lupo».
Pochi giorni fa il lupo ha ucciso anche una capra, a Mel, di proprietà dell’avvocato Elisabetta Bastianon, che ha ristrutturato un rustico e, nell’ampio terreno che lo circonda, tiene alcuni animali. «La capretta è stata sbranata a pochi metri dalla porta», riferisce Donazzolo. «Un fatto preoccupante, che ha impaurito lei e gli altri abitanti del paese. Siamo tutti in apprensione e neppure le recinzioni sono sufficienti per difenderci. Il nostro territorio non si presta a questo genere di difese. Ci sono tanti appezzamenti piccoli e spesso disuniti, interrotti da sentieri e ciclabili, che non si possono chiudere a regola d’arte. Per questo il 70 per cento delle predazioni avviene nei terreni senza recinzioni. Senza contare che a Celarda, nonostante le opere dissuasive, i lupi hanno fatto comunque strage dei cervi. Non possiamo tenere chiuse le nostre bestie nelle stalle».
«Gli allevatori non ce la fanno più e molti stanno pensando di abbandonare l’attività», conclude. «Se la tutela del lupo è più importante dell’allevatore, abbandoneremo le stalle in provincia di Belluno e ci trasferiremo tutti a Padova o Treviso. Chi pagherà per questo? Dove andremo a prendere le risorse, con il problema che già abbiamo con la pandemia in atto, che sta facendo perdere lavoro e reddito? I politici devono assumersi le responsabilità di quello che decidono: perciò, se non si cambia rotta, intraprenderemo azioni legali per tutelare gli allevatori».
Seguici anche su Instagram:
https://www.instagram.com/amicodelpopolo.it/
5 commenti
Christian de Dampierre Raimondi
Fatti davvero spiacevoli, ovviamente, ma che dovrebbero indurre a prendere con molta determinazione e anche convinzione le dovute precauzioni per evitare tali deprecabili predazioni. Si deve evitare di cadere in un rancoroso vittimismo e adottare tutte le cautele possibili. Dunque recinzioni elettrificate, alti muretti a secco, ricovero notturno degli animali domestici nelle stalle, robusti cani pastori capaci di sventare gli attacchi dei predatori. La predazione verrà rivolta allora agli ungulati selvatici, come accade in natura. Fatica e risorse un poco maggiori per gli allevatori, e, forse, potremmo anche aggiungere un fucile da caccia per una eventuale, estrema situazione di emergenza, di eventuale pericolo per le persone, come accadeva un tempo, quando la convivenza con la natura selvaggia delle campagne rappresentava una normale consuetudine quotidiana. Del resto in molti paesi dell’Est europeo, dove lupi e orsi sono molto più numerosi che da noi, l’agricoltura non si pone problemi di sorta e arriva a neutralizzare gli attacchi dei predatori con una consolidata esperienza e l’ausilio di forti cani pastori. Tutto questo quando le cose vanno bene e non vi sono conflitti e devastanti guerre in corso, come accade o è accaduto nel recente passato. Si tratta di determinazione e di spirito costruttivo nel cercare le dovute soluzioni nel rispetto dell’equilibrio dell’eco sistema. A volte risulta utile prendere esempio anche dai paesi più poveri, apparentemente meno “civilizzati”, dove ancora esistono grandi foreste e la storia sembra talvolta essersi fermata alla fine dell’800 o all’inizio del ‘900. Insomma, pur nell’ambito dell’eventuale incertezza e del pericolo, è bene riappropriarsi del senso vero della umana esistenza.
Christian
Se non ci fossero i lupi ci sarebbero danni molto ma molto maggiori per tutti a causa dei cervi. Sacrosanto ovviamente che gli allevatori che hanno subito danni vengano risarciti. Ma dire che l’allevamento non può convivere col lupo è sbagliato (vedi Abruzzo) e folle. Le associazioni di categoria giustamente tutelino i loro associati ma lascino giudizi così trancianti a chi è del mestiere, cioè gli scienziati.
Aggiungo che anche pubblicare foto così crude ed usare termini tipo “sbranare” (come se un animale lo facesse per crudeltà e non per mangiare) non aiuta in nessun senso.
Diego
Sarei curioso di sapere dove abitano questi signori che hanno rilasciato queste dichiarazioni. Li inviterei a lasciare il loro lavoro per questo periodo che comincia a fare anche caldo per aiutare gli allevatori a costruire i recinti anti lupo e poi discutiamo.
Rosanna
Buona sera. Io non ho un allevamento, ne un terreno, ma solo un cane meticcio. Sono segnata da certi commenti, perché credo che i nostri territori siano bellissimi perché c è gente che ci mette anima e cuore nel curarli, e come del resto gli animali che alleva. Il lupo è un predatore affascinante, che sicuramente desta stima e curiosità per chi lo incontra e ci fa anche un video da postare…….. Ma chi trova le proprie bestie, animali, creature, chiamarle come vuoi, uccise, sbranate o morte, per ragioni di fame….. Credo che faccia venire tanta tristezza e rabbia. Non solo per l impegno messo nel accudire, ma anche l affetto che gli danno. Come tanti problemi in Italia, vengono gesti male! Dovevano essere avvisati e aiutati gli agricoltori prima del arrivo del lupo…. Non quando il danno è stato fatto e la gente poi esausta si arrabbia. E cmq recinti elettrici e reti non sempre sono abbastanza. E per le immagini…. Quello che è successo…. Come è stato scritto… È stato fatto per sfamarsi…. Quindi che crudeltà c è nel vedere le foto?
Usiamo i commenti utili e critici…
Cordiali saluti
montanaro
Tutti e due avete fatto due commenti pacati, intelligenti ed onesti. Non avete preso alcuna posizione contro i lupi nè a favore. Avete esposto problematiche tecniche mettendo in risalto che la convivenza tra lupo e uomo puo’ esistere come una volta ovviamente prendendo le dovute precauzioni per la salvaguardia delle attività dei malgari e delle persone di montagna. Convengo sul fatto che mostrare foto di animali uccisi non porta alcun frutto, semmai la politica dovrebbe imparare un po’ da qualche paese dell’ Est che su tali aspetti sono piu’ avanti di noi. Una foresta, un bosco, senza animali selvatici è come avere un prato senza fiori. Se Dio li ha creati un motivo ci sarà. Piuttosto la politica sostenga attivamente gli agricoltori, i malgari, etc., ma questi devono organizzarsi e convivere anche con queste realtà.